Quando la sinistra vince alle urne fallisce al governo
Una donna è stata eletta presidente; una donna sindaco è stata subito uccisa, in uno scenario di narcos sempre più feroci. Veramente “Messico e nuvole”, se vogliamo dare al secondo termine del famoso titoli d Jannacci un senso di tempesta e allarme.
«Come il Messico, bastione del maschilismo, è riuscito ad avere una presidente donna prima degli Stati Uniti», è un titolo del Washington Post che ben riassume la generale simpatia con cui la gran parte della stampa mondiale ha accolto la notizia dell’elezione a valanga di Claudia Sheinbaum alla presidenza del, con il 59,36% dei voti contro il 27,91 di Xóchitl Gálvez e il 10,42 di Jorge Máynez. “Oggi le donne occupano la metà dei seggi al Congresso del Messico, approssimativamente il doppio della percentuale del Congresso degli Stati Uniti”. “Donne sono alla testa della Corte Suprema del Messico e della Banca Centrale. Sebbene gli Stati Uniti abbiano un numero record di governatrici – 12 – la percentuale qua è maggiore”.
Si può aggiungere che la vincitrice, classe 1962, è ebrea, con nonni scappati dall’Olocausto. La principale sfidante, classe 1963, è una india otomi di umile famiglia, che si pagò gli studi vendendo dolci per strada e lavorando in un call center. Oltre a essere due donne e due femministe, la ebrea di sinistra ma con immagine tecnocratica e la india di destra ma appoggiata da un ampio arco politico, le due sfidanti sono anche entrambe esperte in ambiente. La vincitrice come scienziata: figlia di scienziati, e partecipante a un Panel Onu di studi sul cambiamento climatico che ha preso il Nobel per la Pace; la seconda classificata come imprenditrice self made woman, premiata dal Forum di Davos.
IL PRECEDENTE
Insomma, dirla così sembra uno scenario quasi scandinavo. Peccato che subito dopo la notizia dell’elezione di una donna a Presidente una donna sindaco sia stata invece assassinata con 19 proiettili: Yolanda Sánchez Figueroa, sindaco di Cotija, nel Michoacán, che già a settembre era stata vittima di un sequestro. Il Messico resta infatti lo scenario di una violenza estrema, con ben 38 candidati a varie cariche, 14 loro parenti e 231 “attori politici” che sono stati uccisi nell’anno prima del voto.
RECORD DI OMICIDI
Claudia Sheinbaum aveva appunto fatto campagna anche ricordando che con lei sindaco il tasso di omicidi a Città del Messico si è dimezzato, Xóchitl Gálvez aveva ostentato una curiosa variante femminista del machismo nel promettere che contro i narcos avrebbe «mostrato le ovaie», ma proprio lei dopo avere in un primo momento accettato il risultato ha annunciato che impugnerà il voto. «Sapevamo tutti che ci trovavamo di fronte ad una concorrenza impari contro l’intero apparato statale dedito a favorire il loro candidato. Ci siamo tutti resi conto di quanto fosse presente la criminalità organizzata, che minacciava e addirittura uccideva decine di candidati e candidati», ha scritto su X. «Questo non finisce qui. Sì, presenteremo delle sfide che dimostrano ciò che vi dico e che tutti sappiamo. E lo faremo perché non possiamo permetterci di avere un’altra elezione come questa».
Scenario complicato, perché vari osservatori commentano che proprio per affrontare le gravi sfide che la attendono Claudia Sheinbaum avrebbe bisogno di intese con l’opposizione. In particolare, ha racconto l’eredità del presidente uscente Andrés Manuel López Obrador, che malgrado la violenza fuori controllo dei narcos era popolare per la buona tenuta dell’economia e per i suoi programmi sociali. Ma questi ultimi potrebbero essere tagliati nel programma di aggiustamento del deficit fiscale che lei stessa ha definito ormai improrogabile, sull’economia c’è la nube di cosa potrebbe avvenire delle buone relazioni col vicino Usa se Trump torna alla Casa Bianca e, appunto, ci sono i narcos sempre più fuori controllo.