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I perfettini tedeschi? Si sono messi a rubare le tazzine di caffè

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Giordano Tedoldi
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Non si può mai stare tranquilli, anche i tedeschi non sono più quelli di una volta. Ieri il Post raccontava che nella fabbrica di Tesla di Grünheide, in Germania, aperta nel 2022 dopo vari rinvii e nonostante il malumore della popolazione locale, malumore più che giustificato visto che per costruirla sono stati disboscati alcuni chilometri quadrati di splendida foresta - ma chi poteva, soprattutto allora, dire no all’allettamento delle vetture elettriche e che si guidano da sé di Elon Musk?- i dipendenti si sono fregati ben 65mila tazze da caffè, e nemmeno pregiate, va da sé, ma comuni tazze Ikea dal valore irrisorio.

La drammatica circostanza, che potremmo battezzare “La grande razzia delle tazze da caffè” è stata annunciata all’ultima riunione del personale da un indignato André Thierig direttore della “Gigafactory” - così si chiama lo stabilimento, nel gergo usualmente sobrio delle megaditte moderne - situata non lontano da Berlino. Già immaginare il megadirettore Thierig che arringa con asprezza teutonica i suoi dipendenti circa la sparizione delle tipiche “mugs” di caffè non sappiamo se faccia più ridere o suscitare un brivido lungo la schiena.

La frase che viene riportata dalle cronache sembra provenire da un film di Billy Wilder, ed è la seguente: «Vi darò solo una cifra. Abbiamo acquistato 65mila tazze da caffè da quando abbiamo iniziato la produzione qui. Sessantacinquemila. Statisticamente parlando, ognuno di voi ha già cinque tazze da caffè Ikea a casa». Inutile dire che quello «statisticamente parlando» è un passaggio assolutamente echt Deutsch, davvero tedesco. Infatti, ricorrendo all’amata disciplina della statistica, il germanico direttore ha voluto sottolineare che nessuno può ritenersi innocente (magari ci sarà stato qualcuno che non ha rubato nessuna tazzina, o una sola, e altri decine), ma che ognuno dei dipendenti deve comunque ritenersi moralmente responsabile della sottrazione di non meno di cinque tazzine. Per la verità, le stesse fonti che raccontano della strigliata di Thierig riportano anche che le sue vibranti accuse sono state accolte con applausi - evidentemente ironici - e risate. Il che non ha impedito al direttore di sfogare tutta la sua frustrazione: «Sono davvero stanco di approvare ordini per l’acquisto di altre tazze da caffè», e poi di passare al temibile, ma dobbiamo riconoscere conseguente, avvertimento: quello che “non ci saranno più tazze nelle sale caffè se i furti continueranno”.
 

LA TESLA SENZA CORRENTE
C’è da dire che anche in quel di Grünheide, come un po’ in tutta la galassia Tesla, da qualche tempo le cose non vanno tanto lisce. Dirigenza e sindacati sono ai ferri corti per via del taglio dei dipendenti del 10% voluto dal capo supremo Musk, e finora si è riusciti a conciliare con una sforbiciata del 2% (attualmente i dipendenti sono circa 12mila). Nonostante questo, Jannes Bojert, segretario del potente sindacato IG Metall che rappresenta molti lavoratori Tesla, ha detto che, anche se come «ultima risorsa», uno sciopero non è escluso. Poi sono stati segnalati ai media numerose falle alla sicurezza del personale - smentite da Tesla - infine, a marzo scorso, alcuni piromani hanno lasciato sia lo stabilimento che i 60mila residenti vicini senza elettricità, dopo aver dato fuoco a un traliccio nei pressi della fabbrica, un’azione che ha costretto lo stesso Musk a ispezionare di persona l’impianto. Dunque, tirando le somme: licenziamenti, minacciati scioperi, incidenti, piromani, e, soprattutto, la grande razzia delle tazze da caffè Ikea (alla cui denuncia sono seguite manifestazioni di giubilo e risate degli operai), ma che succede? Ma dove siamo, in Italia? Tuttavia, forse, il fatto che i tedeschi non siano più quelli di una volta, e che si comportino, qualche volta, con bassezza, con menefreghismo, o semplicemente con umana disinvoltura, ci rassicura. Dopotutto, diremmo noi, tutto questo casino per delle tazzine da caffè di Ikea? Se in Italia i problemi del settore industriale (quale? Ma questo è un altro discorso) fossero solo le tazzine da caffè, ci metteremmo la firma.

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