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Mossad, una legge mortale: chi entra nel loro mirino non sa più dove nascondersi

Mirko Molteni
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L’uccisione del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh nella capitale iraniana Teheran, pare con un missile teleguidato su indicazioni dei servizi segreti israeliani, è l’ultima di tante azioni mirate che Israele ha compiuto nell’arco di oltre 60 anni. Non sono mancati i fiaschi, e il fatto che nello stesso albergo di Haniyeh, ma a un diverso piano, ci fosse anche il capo della Jihad Islamica, Ziad Nakhaleh, illeso, apre al dubbio se davvero non si sia voluto colpirlo, oppure se l'abbia scampata. La presenza in Iran di agenti del Mossad è nota, contando anche le uccisioni di scienziati nucleari susseguitesi dal 2007 al 2020. Solo in questo 2024, Israele ha ucciso il 2 gennaio un esponente di Hamas, Saleh Arouri, centrandolo con un drone a Beirut, in Libano, poi il 1° aprile il generale iraniano Reza Zahedi e altri ufficiali pasdaran nell'ambasciata iraniana di Damasco in Siria, scatenando il 13 aprile la reazione di Teheran con ondate di missili sullo stato ebraico. Infine, il 13 luglio gli israeliani hanno tentato di uccidere nella Striscia di Gaza il capo delle brigate Ezzedine el Qassam di Hamas, Mohammed Deif, dato per “gravemente ferito”. Ma è una storia che arriva da lontano. (...)

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