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Vladimir Putin, i russi nel Kursk furiosi: "Ci ha mentito, non ci sentiamo protetti"

Mirko Molteni
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L’incursione ucraina nella regione russa di Kursk continua da 12 giorni, mentre sugli altri fronti, Kharkiv, Donetsk e Lugansk, sono i russi a pressare le difese di Kiev, spesso avanzando lentamente. La manovra ucraina ha aperto un fronte su un fianco scoperto dell'avversario, fungendo da diversione per costringere il Cremlino a dirottarvi uomini e armi. Ciò, per ora, è riuscito solo in parte e prevalgono gli effetti politico-diplomatici.

IMBARAZZO ED ESCALATION
Dal punto di vista politico, Kiev intende mostrare che il governo del presidente Vladimir Putin non sa proteggere il territorio nazionale. Inoltre l’azione è volta, nelle speranze del presidente ucraino Volodymir Zelensky, a far guadagnare credito nell'ipotesi di future trattative con Mosca. Trattative che entrambi intravedono se in autunno dovesse vincere le elezioni americane Donald Trump, che da tempo parla di una sua proposta. Lo scopo diplomatico avrà però senso solo se gli ucraini riusciranno a tenere quella zona almeno fino a gennaio. Un conto è entrare in Russia, un conto è restarci. 

 

Come notato ieri dal Washington Post, una conseguenza immediata è la sospensione di un piano di colloqui indiretti fra Russia e Ucraina previsti a Doha con mediazione del Qatar e focalizzati su una tregua negli attacchi alle infrastrutture energetiche. Ossia per evitare raid sulle rispettive centrali elettriche e raffinerie. La parziale intesa è saltata, ma è un effetto indesiderato da Kiev, che vorrebbe trattare “dal 22 agosto”, mentre sono i russi a ritirarsi per ritorsione. Quanto all'imbarazzo di Mosca, stando al Guardian i civili russi nella zona occupata sono delusi del fatto che il nemico sia riuscito a occupare 1100 km quadrati della regione e a penetrare fino a punte di 30 km dal confine. Sono zone poco abitate e poco presidiate, avanzarvi non è stato difficile, ma la cattura della città di Sudzha è uno smacco per Mosca. «Eravamo sicuri che le forze russe avrebbero difeso il confine, ci avevano parlato di poche centinaia di incursori», questo, in sintesi, il lamento dei civili russi. Sarebbero almeno 10.000 i soldati ucraini impegnati nell'operazione. Esperti, prelevati da altri fronti, sul confine si sono imbattuti in pochi giovani soldati di leva inesperti, mai impiegati in Ucraina.

SPAZIO CONTRO TEMPO
La Russia, tuttavia, non ha attenuato la sua pressione sugli altri fronti. Se gli ucraini avanzano su Kursk, pare dovuto al fatto che Mosca, entro certi limiti, ceda terreno per guadagnare tempo. Stessa tattica adottata, su scala più grande, contro Napoleone nel 1812 e Hitler nel 1941. Per difendere una regione ci vogliono uomini sul terreno, fanteria. Più che sottrarre fanteria esperta da altri fronti, i russi per ora preferiscono sopperire con aerei e missili bombardando le retrovie degli incursori per tagliare alle loro spalle i rinforzi. Ieri è stata emblematica la diffusione del video di un missile Iskander K, la versione “Krilataja”, cioè “alata”, da crociera, che s'è levato dalla sua rampa autocarrata al coperto di una foresta per colpire una colonna ucraina captata agli infrarossi da un drone.

IL DILEMMA DI ZELENSKY
L'azione ucraina è ardita, ma rischiosa data la disparità delle risorse militari in gioco, tale per cui Kiev ha meno margini per errori e perdite, rispetto a Mosca. Sempre il Washington Post ha rivelato che il 12 agosto truppe ucraine hanno tentato di penetrare anche nella regione di Belgorod, ma sono state respinte dai russi. Nel Kursk, invece, il Cremlino ha affermato di «aver bloccato gli attacchi ucraini in direzione di Korenevo, Russkoye e Cherkasskoye Porechnoye». Elementi della 22ª Brigata meccanizzata ucraina si sarebbero arresi nel villaggio di Komarovka. Questi primi intoppi dell’infiltrazione ucraina fanno intuire che col passare dei giorni sarà più difficile mantenere lo slancio. Zelensky può trovarsi nel dilemma di decidere se tenere migliaia di uomini distaccati nell’operazione Kursk, oppure riassegnarli al fronte del Donbass dove i russi attaccano senza posa. Lui stesso ha lamentato ieri «decine di assalti russi nelle direzioni di Toretsk e Pokrovsk», sostenendo che «la situazione è sotto controllo». Ma l'istituto americano ISW conferma che i soldati di Mosca guadagnano terreno.

 

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