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Generale Tricarico su Volodymyr Zelensky: "Dovrebbe congelare le posizioni"

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L'offensiva di Volodymyr Zelensky nella regione russa del Kursk va avanti oramai da un mese, e se dopo la prima settimana la Russia è riuscita a contenere l'offensiva, la situazione sembra ora essere in stallo. Ma c'è chi inizia a dubitare dell'efficcia del piano di Kiev.

Il generale Leonardo Tricarico ex Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare e attuale presidente della Fondazione Icsa intervistato dall'Adnkronos ha spiegato i suoi dubbi: "Se uno degli obiettivi di Zelensky era quello di bilanciare l'offensiva russa nel Donbass penetrando in territorio russo nella regione del Kursk, man mano che passa il tempo tale mira Ucraina sembra sempre più velleitaria e meno a portata di mano", ha spiegato il generale per cui bisogna aspettare di vedere l’evoluzione e le conseguenze di tali azioni: "Intanto vedremo se Putin sarà in grado di mantenere il proposito di riappropriarsi del territorio perduto entro il primo ottobre; ma a prescindere da ciò pare poco credibile l'ipotesi di trarre vantaggio da un ruolo negoziale troppo ottimisticamente attribuito al controllo di un lembo di territorio avversario", ha osservato Tricarico.

 

 

 

Secondo Tricarico il presidente ucraino "Zelensky deve capire che il più lusinghiero risultato alla sua portata è il mantenimento delle condizioni di stallo e di sostanziale congelamento delle posizioni. Solo a questo potranno servire i sistemi d'arma più o meno moderni forniti dei paesi donatori - prosegue Tricarico - non certo a prevalere ed un giorno o l'altro qualcuno dei cinquanta Paesi che siedono ancora una volta a Ramstein nel gruppo di contatto dovrebbe avere il coraggio di dirglielo chiaramente rompendo il muro di ipocrisia collettiva che troppe illusioni ha alimentato".  Secondo il generale non saranno certamente i suoi collaboratori a mettere il presidente ucraino sulla retta via ora che si è liberato di chi nella compagine governativa poteva propiziare un processo decisionale partecipato e non le iniziative avventate adottate in solitudine come quella di invadere la regione di Kursk e quelle a venire dopo che ha sgombrato il campo dalle possibili voci critiche", ha concluso il generale. 

 

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