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Keir Starmer è crollato: il sondaggio choc, chi può prendere il suo posto

Matteo Legnani
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Dieci, nove, otto, sette, sei... Il conto alla rovescia è arrivato quasi a zero. È quello relativo al vantaggio di consensi sui conservatori che il partito laburista britannico ha bruciato dopo soli 100 giorni al governo, da quel 4 luglio scorso in cui trionfò con il 33,7% spedendo i Tories all’opposizione dopo la bellezza di 14 anni. Di quei dieci punti di vantaggio, al primo ministro Keir Starmer e soci ne sarebbe oggi rimasto appena uno. Adirlo è un sondaggio condotto dall'agenzia demoscopica More in Common tra lo scorso 5 e 7 ottobre su un campione di oltre 2.000 britannici.

Dalla consultazione, i laburisti sono emersi con il 29% delle preferenze contro il 28% dei loro principali avversari. Un mese fa, il loro vantaggio, emerso sempre dallo stesso sondaggio, era del 4% La consultazione realizzata nel corso dello scorso weekend ha attribuito 19 punti percentuali al Reform UK guidato da Nigel Farage, l'11% ai Liberal Democratici e il 7% ai Verdi. Alcune mosse, come l'abolizione dei sussidi ai pensionati (tranne quelli in stato di povertà) per l'acquisto del carburante per il riscaldamento invernale e le minacce di austerity e stangate fiscali nei confronti dei contribuenti britannici più abbienti hanno creato grande malumore sia tra i ceti più bassi sia tra quelli più alti del corpo sociale di Sua Maestà. Il tutto in attesa che la manovra economica sia effettivamente presentata (cosa che dovrebbe avvenire entro fine mese). Lo scivolone nei consensi e i passi falsi sono costati la poltrona a Sue Gray, storica capo dello staff di Starmer, che si è fatta da parte lunedì.

 

La Gray, che lo scorso settembre non aveva presenziato al congresso annuale del Labour, si è dimessa «per non costituire una distrazione» dopo settimane di crescenti contrasti al 10 di Downing Street. Sull’altro fronte, intanto, i conservatori si stanno riorganizzando dopo la mazzata del 4 luglio e le conseguenti dimissioni dell’ex premier Rishi Sunak dalla leadership del partito. Nella corsa alla successione, dopo plurime votazioni dei parlamentari conservatori, i nomi rimasti in corsa sono quelli del ministro “ombra” per gli Affari Interni James Cleverly, dell’ex ministro all’Immigrazione Robert Jenrick e della ex ministra per il Commercio, Kemi Badenoch. Eliminato Tom Tugendhat, oggi rimarranno due a contendersi il posto. E in questi giorni “caldi” per i Tories non poteva non farsi sentire l'ex premier Boris Johnson che, parlando di un suo futuro ritorno in Parlamento e a Downing Street in un’intervista a The Telegraph, ha spiegato che «le mie possibilità sono più o meno le stesse di essere decapitato da un frisbee o reincarnato come un’oliva». Tradotto: farà di tutto per riuscire nell’una e nell’altra cosa. Ha chiuso la sua autobiografia con un arrivederci. Anzi, hasta la vista.

 

 

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