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Unifil, “Ritiratevi”, “Restiamo lì”: la risposta italiana a Israele dopo l'attacco in Libano

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"Restiamo nelle nostre basi a fare il nostro dovere fin quando ci sarà consentito dall'Onu e dalla Difesa": a dirlo fonti militari italiane in Libano dopo l'attacco israeliano al quartier generale Unifil nel sud del Paese. L'Ambasciata israeliana in Italia, invece, ha fatto sapere in un comunicato che era stato chiesto ai militari Unifil di ritirare parte delle loro forze dall'area per ragioni di sicurezza. Ma la richiesta era stata appunto respinta.

"Israele apprezza l'assistenza dei Paesi donatori di Unifil, in particolare dell'Italia, e li ringrazia per il loro tentativo di prevenire un'escalation nella nostra regione - si legge nel comunicato -. Dall'8 ottobre Hezbollah ha lanciato migliaia di missili contro Israele e decine di migliaia di cittadini israeliani sono stati costretti a evacuare le proprie case nel nord. Sfortunatamente Hezbollah sta cercando di nascondersi vicino alle basi Unifil e Israele ha già scoperto tunnel e depositi di armi vicino a quell'area. Israele ha raccomandato più volte ai militari italiani dell'Unifil di ritirare parte delle loro forze dall'area per ragioni di sicurezza, ma purtroppo la richiesta è stata respinta". 

"Israele - ha continuato l'Ambasciata - sta investigando su quanto accaduto con grande attenzione e continuerà a compiere ogni sforzo possibile per non colpire le forze dell'Onu e le persone non coinvolte nel conflitto in corso con Hezbollah". A rispondere è stato nelle scorse ore il ministro della Difesa Guido Crosetto, che in modo netto ha detto: "Italia e Nazioni Unite non possono prendere ordini da Israele". 

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