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Cina. Contro i suicidi arriva la dichiarazione "di vita"

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La Foxconn, ditta che costruisce l'Iphone e l'Ipod della Apple, ha avuto 12 casi in 5 mesi

Roberto Amaglio
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Diedi suicidi nell'arco di cinque mesi, più altri due giovani operai che si sono gettati nel vuoto senza riuscire a togliersi la vita. Quella che sta colpendo la Foxconn di Shenzhen (azienda che assembla computer, consolle e cellulari in Cina meridionale per il colosso Apple), ha preso i contorni di una piaga sociale davvero tremenda. Tuttavia il provvedimento preso dai vertici aziendali sembra francamente essere un poco riduttivo. Infatti l'azienda, per combattere questa tragica tendenza, si è impegnata a far firmare ai propri lavoratori un documento in cui promettono di non uccidersi. Avete capito bene. Una dichiarazione di voler rimanere in vita. Inoltre firmando il documento i lavoratori acconsentiranno di esser mandati in istituzioni psichiatriche se cominciano ad apparire in “uno stato mentale o fisico abnorme”. Una scelta, si legge nella lettera, “per il mio bene e quello degli altri”. Oltre a queste dichiarazioni spontanee dei lavoratori, l'azienda guidata dal presidente Terry Gou e che ha oltre un milione di dipendenti ha provveduto a installare delle reti di protezione intorno agli edifici per scoraggiare i salti nel vuoto. Basterà? I sindacati sembrano essere scettici. Il problema suicidi, infatti, sarebbe secondo loro legato a doppio filo alle disumane condizioni di lavoro presenti nell'azienda, con turni estenuanti, pause per il pranzo troppo brevi e ore di riposo trascorse nei dormitori, senza possibilità di tornare a casa. Diversa l'opinione dei responsabili del gruppo. La piaga, secondo Luis Woo, scaturirebbe dal fatto che un “gran numero” di dipendenti siano tra i 18 e i 24 anni, l'età più colpita dai suicidi in Cina, e che vivano lontano dalla famiglia.

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