Anche l'Italia ha la sua bella fetta di merito nella battaglia notturna culminata nell'intercettazione dei droni russi penetrati nel territorio della Polonia. Insieme al bireattore Gulfstream - decollato poco dopo la mezzanotte dalla base estone di Amari - era presente anche la flotta di caccia F-35 dell'Aeronautica in difesa dei cieli delle Repubbliche Baltiche, Paesi della Nato privi di aviazione. La missione è durata sei ore, in cui le informazioni raccolte dal velivolo italiano sono state integrate dal comando Nato con quelle trasmesse da un altro radar volante, il Saab 340 delle forze polacche.
Così anche l'aviazione italiana ha coordinato l'azione degli intercettori che hanno abbattuto i droni di Mosca. Nonostante non siano trapelate informazioni ufficiali, è probabile che il suo contributo sia stato cruciale. Come ricorda Repubblica, si tratta infatti del sistema di controllo più avanzato in servizio nell’Alleanza atlantica e dalla primavera 2022 viene spesso impiegato nella sorveglianza dei confini orientali, sia quelli polacchi, sia quelli romeni sul Mar Nero. "Gli aerei italiani fanno parte della Nato e sono pronti a difendere gli alleati come ci aspettiamo gli alleati farebbero se a essere minacciata fosse l'Italia". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a margine della riunione ministeriale E5 di oggi a Londra, confermando la partecipazione di un velivolo da riconoscimento italiano la notte scorsa alla risposta "collettiva" allo sconfinamento denunciato nei cieli polacchi di una ventina di droni russi. Crosetto ha insistito che la Nato "è unita o non è" e ha ricordato che l'aereo in questione si leva in volo "ogni sera" sul fronte orientale dell'Alleanza.
Von der Leyen dopo l'attacco in Polonia: "Ora un muro di droni sul confine est"
"L'Europa è impegnata in una lotta per un continente integro che viva in pace, per un'Europa libera ...Allo stato attuale, l'Aeronautica dispone di due velivoli in grado di monitorare un raggio di cinquecento chilometri. Gli esemplari sono stati acquistati dal governo Berlusconi in un accordo con Israele. In quell'occasione era stato comprato anche un satellite spia in cambio dell’adozione da parte dello Stato ebraico degli addestratori Leonardo M-346. Ma altri ancora stanno entrando in servizio, sulla base di una decisione presa dal governo Conte nel 2020 a fronte di una spesa superiore a quattro miliardi di euro. Questo programma, sottolinea ancora Repubblica, doterà l’Italia della più grande e potente squadra europea di velivoli spia e da contromisure elettroniche.
"La Nato ha risposto con decisione e rapidità alla situazione, dimostrando le nostre capacità e determinazione a difendere il territorio alleato". Lo ha affermato il comandante supremo (Saceur), il generale Usa Alexus Grynkewich. "È la prima volta che i velivoli della Nato hanno ingaggiato minacce potenziali all'interno del nostro spazio aereo", ha aggiunto precisando che non solo i caccia polacchi e olandesi sono entrati in azione. "I Patriot tedeschi in Polonia sono stati messi in "allerta massima" e aerei italiani da ricognizione (AWACS) e cisterna si sono alzati in volo.