Il fuoco della fede: le lacrime e l'orgoglio della vedova Kirk

di Costanza Cavallidomenica 14 settembre 2025
Il fuoco della fede: le lacrime e l'orgoglio della vedova Kirk

(Ansa)

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Per ora Erika Kirk ha detto a sua figlia Gigi, tre anni, che il papà è dovuto partire per un viaggio di lavoro con Gesù, così potrà permettersi di comprarle tutti i mirtilli che desidera. Arriverà un momento in cui dovrà spiegare a entrambi i bambini, il più piccolo ha compiuto un anno lo scorso maggio, che il padre, Charlie Kirk, non è morto a causa del Secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, quello che garantisce il diritto dei cittadini di detenere e portare armi. Ma a causa del Primo, che garantisce le libertà fondamentali di religione, di parola, di stampa. Da mercoledì, quando il marito è stato ucciso con un colpo di fucile nel campus della Utah Valley University dal 22enne Tyler Robinson, la 36enne originaria ex Miss Arizona non aveva ancora parlato: poco prima dell’omicidio aveva pubblicato sui social un versetto del Salmo 46: “Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle avversità”.

Poi aveva fatto solo un saluto dal finestrino del sedile posteriore di un suv, occhiali scuri e abito nero, le dita intrecciate a un rosario (il Corriere della Sera ha pubblicato la foto e ha scelto di descrivere per prima cosa la “manicure perfetta” della vedova: ognuno ha le priorità, e le malizie, che si merita) e l’avevano fotografata accanto al vicepresidente JD Vance e alla moglie Usha mentre scendeva dall’Air Force Two e aspettava la salma, arrivata da Salt Lake City a Phoenix, dove vive la famiglia. Nella notte tra venerdì e sabato, in una diretta streaming, era in piedi accanto alla sedia vuota del marito, quella che usava durante le registrazioni del podcast di Turning Point Usa, l’organizzazione fondata dal marito per promuovere il dibattito e diffondere le idee conservatrici. È stata in silenzio per qualche secondo. La telecamera ha inquadrato la poltrona, lei ha alzato lo sguardo e ha sussurrato una preghiera. Poi ha guardato in camera. Ha ringraziato le forze dell’ordine e i soccorritori che hanno cercato di salvare il 31enne, il suo staff, la Casa Bianca, il vicepresidente e la moglie.

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«Signor Presidente, mio marito la amava. E sapeva che anche lei amava lui - ha detto a Donald Trump - Ma più di ogni altra cosa, Charlie amava i suoi figli. E amava me. Con tutto il cuore. E si assicurava che lo sapessi ogni giorno». Il matrimonio è stato celebrato nel 2021, lei aveva già una laurea in relazioni internazionali, un master in giurisprudenza, sta studiando per un dottorato in Studi Biblici. Nata in una famiglia cattolica – ha aiutato nelle mense per i poveri fin da bambina – ha un podcast in cui parla della sua fede e, grazie alla visibilità che ha avuto grazie alla coroncina di Miss, ha fondato Everyday Heroes Like You, un’organizzazione no-profit che sostiene progetti comunitari.

È un’imprenditrice (gestisce Proclaim Streetwear, un marchio di vestiti di ispirazione cristiana: sul sito, dove è tutto esaurito, si legge che l’obiettivo è annunciare il Vangelo attraverso l’abbigliamento) e fa l’agente immobiliare per uno studio newyorkese. Durante la diretta video, tutt’a un tratto, lo sguardo e la voce della donna sono cambiati, assediati dal dolore all’inizio, la lingua ridotta a un bolo gessoso, s’è visto un balenio: l’azzurro degli occhi è diventato tagliente come le parole. «Se i malfattori responsabili dell’assassinio di mio marito pensavano che la missione di mio marito fosse potente prima, non hanno idea di che cosa hanno scatenato in tutto il Paese e in tutto il mondo. Non hanno idea del fuoco che avete acceso in questa moglie, il grido di questa vedova echeggerà in tutto il mondo come un grido di battaglia».

Il motto di Charlie era «non arrenderti mai» e la moglie lo fa suo: «La nostra missione continuerà. Il movimento costruito da mio marito non morirà. Se sei al liceo o all’università, trova la sezione locale di Turning Point Usa – ha detto agli ascoltatori - Unisciti a noi. Partecipa attivamente. Lui vuole che tu faccia la differenza, e puoi farlo. Se non c’è una sezione, non riesci a trovarne una, allora fondane una». Il primo appuntamento tra i due, al Bills Burgers a New York, risale a sette anni fa, il 5 settembre del 2018. Hanno parlato per ore di teologia, filosofia e politica. Finito l’hamburger, Charlie l’ha guardata, ha raccontato la vedova, e le ha detto: «Uscirò con te». In questo momento, ha detto lei, è onorata di vedere Charlie accanto a Gesù a fare ciò che ha sempre desiderato fare: «Rendere il paradiso un po sto affollato».

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