Flotilla, cosa c'è dietro le dimissioni di Greta

di Pietro Senaldimercoledì 17 settembre 2025
Flotilla, cosa c'è dietro le dimissioni di Greta

(LaPresse )

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Povera ragazza. Non c’è pace per Greta Thunberg. Sono lontani i tempi in cui il Papa la riceveva in Vaticano e Barack Obama alla Casa Bianca e lei andava a New York, a rimproverare i capi del mondo, implacabile e digrignante: «Come osate rubarmi il futuro?». Spostamento offerto da casa Grimaldi-Casiraghi, con il principe Pierre che le mise a disposizione il suo veliero e le fece pure da skipper. Ma si sa, in barca i compagni di viaggio sono tutto: se li sbagli, possono rovinarti la vacanza tanto quanto la missione umanitaria.

E così pare sia avvenuto. Capita infatti che l’attivista più nota e scontrosa del pianeta abbia deciso di cambiare natante, sbattendo il salvagente, in assenza di porte. «Tutti abbiamo un ruolo, il mio non sarà nel comitato direttivo bensì come organizzatrice e partecipante» ha comunicato spiegando il proprio trasferimento dalla “Family”, la nave che ospita i caporioni della Flotilla, alla “Alma”. Sarebbe curioso sapere se il cambio sia frutto di una libera scelta della svedese, o se non siano stati gli altri membri della ciurma a metterla sul trampolino di Capitan Uncino, suggerendole di sloggiare perché non la sopportavano più. Ad avere un giornalista indipendente a bordo, il mistero sarebbe già risolto. Purtroppo, il solo che intendeva scrivere oggettivamente di questa avventura in mare, i cui partecipanti ricordano sempre più i protagonisti dell’Isola dei Famosi, era una cronista della Stampa, Francesca Del Vecchio. Invitata a far parte della spedizione, e costretta a consegnare passaporto e telefonino, come se entrasse in carcere, la collega è stata sbarcata al primo porto perché ritenuta «pericolosa», in quanto riportava quel che vedeva. Per sapere quello che è successo dobbiamo quindi affidarci ai resoconti di giornalisti più graditi ai capi della Flotilla, che comunque - e ne va dato loro il merito, visto l’aria intimidatoria che si respira – raccontano di «un clima poco sereno a bordo». In particolare, sembra che all’origine dell’ammutinamento di Thunberg ci sia «un dissidio sulla comunicazione». Per Greta essa sarebbe «troppo incentrata sulle vicende interne alla spedizione e non abbastanza su quanto accade a Gaza», che per lei è «un genocidio» e che dovrebbe essere in fondo la priorità della missione. In passato Libero non ne ha perdonata una alla giovane svedese. Quando andò da Bergoglio, titolammo, peccato di ironia, “La rompiballe va dal Papa”, suscitando scandalo.

Oggi però non ci sentiamo di darle tutti i torti. Beninteso, sulla missione umanitaria, che si propone di rompere il blocco navale israeliano più che di portare aiuti a Gaza e di entrare in zona di guerra senza preoccuparsi delle conseguenze, la pensiamo come l’Unione Europea, che l’ha definita «pericolosa e potenzialmente controproducente». Di più. Abbiamo la sensazione che molti pro-Pal di casa nostra siano salpati alla volta del Medio Oriente con gli occhi puntati verso Roma, nell’intento principale di mettere in difficoltà il governo. Perciò suscita perfino un moto di insospettabile simpatia questa ragazza, sempre ingrugnita, che processa i suoi compagni di viaggio, neppure fossero inquinatori cinesi, richiamandoli ai loro doveri. Povera Thunberg, le è bastata una manciata di giorni per accorgersi che, sulla nave dei capetti, a nessuno importa della causa palestinese almeno la metà di quanto freghi a lei, che pure ha scelto la causa di Gaza come ripiego, per continuare a far parlare di sé dopo che nessuno le dava più retta sull’ambiente. Chissà se almeno le arriverà la solidarietà di Francesca Albanese. Pochi giorni fa, la relatrice speciale dell’Onu Unite per la Palestina volò sulla Family Boat per abbracciare Thunberg, dopo che l’imbarcazione denunciò di essere stata bombardata da un drone, fatto mai provato. Ieri è accaduta una cosa certa: Greta ha detto che per quelli della Flotilla la priorità non sono i palestinesi ma il loro presente e magari il loro futuro (candidature, incarichi, onori). Chi sceglierà Francesca? La pro-Pal svedese o i cercatori di fama a cui un domani potrebbe chiedere il voto?