Flotilla, Taradash picchia duro: "Una vergogna con assicurazione all-inclusive"

di Andrea Tempestinimercoledì 17 settembre 2025
Flotilla, Taradash picchia duro: "Una vergogna con assicurazione all-inclusive"

(LaPresse)

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La Flotilla stroncata senza appello. Da sempre legato alla tradizione radicale di Marco Pannella, Marco Taradash picchia durissimo e palesa tutto il suo scetticismo sulla Sumud Flotilla. In un’intervista al Riformista, l’esponente di Europa Radicale ridimensiona in modo brutale un'iniziativa che, a suo giudizio, risulta essere più come messinscena mediatica che come un’autentica missione umanitaria.

Taradash segue con attenzione le barche che da giorni stazionano nei porti siciliani, tracciandone i movimenti. Eppure, al di là della spettacolarità dell’operazione, restano per lui domande sostanziali senza risposta: "Non si è mai vista un’operazione che non ha un punto di approdo, non ha piani di navigazione, non ha una data di arrivo ma si limita a dire che porterebbe aiuti umanitari. A chi? Da distribuire come e dove?", si interroga.

Il radicale sottolinea come manchino contatti con le organizzazioni attive sul terreno e solleva un tema cruciale: "E se li intercettasse Hamas, quei pacchi? Sembra che il problema non se lo siano neanche posto". Una mancanza di chiarezza che, secondo Taradash, smaschera la vera natura della Flotilla: "Non si sono dati alcun termine, alcun obiettivo, alcuna scadenza. Ma allora non è una missione, è una pura campagna di comunicazione e anche piuttosto vaga". Una presa di posizione che, in una certa misura, rispecchia le critiche di Greta Thunberg alla stessa Flotilla, critiche in virtù delle quali l'attivista svedese ha abbandonato il direttivo della missione, pur non rinunciando alla sua presenza fisica, ma su una differente imbarcazione.

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Tornando a Taradsh, il radicale mette a fuoco il nodo politico della Flotilla: "Tutta l’operazione era funzionale a farsi bloccare, a farsi rimandare indietro. Un teatrino già scritto. Poi è arrivata la frase di Ben Gvir: li tratteremo da terroristi. E lì, addio gita in barca. Gente che pensava di fare una crociera del cuore, con vele, sentimenti e bandierine ideali... e invece si è scoperto che la faccenda poteva essere seria", sottolinea sferzante.

A far storcere il naso a Taradash è stata anche la richiesta di protezione consolare avanzata dagli organizzatori. Una scelta che giudica senza mezzi termini: "Una vergogna. Le battaglie nonviolente si fanno accettando i rischi, pagando un prezzo. Noi siamo andati in maggio a Kyiv, durante i bombardamenti russi, sapendo che c’era un rischio reale. Non ci siamo mai sognati di invocare protezioni consolari o di telefonare al governo italiano: per favore, tutelateci. No, ci si assume la responsabilità. Qui invece si voleva trasformare una protesta politica in una gita in barca, con tanto di assicurazione all inclusive. Non funziona così", conclude Taradash.

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