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Flotilla, Marina israeliana pronta a entrare in azione: "Timori di incidenti"

di Ignazio Stagnomartedì 30 settembre 2025
Flotilla, Marina israeliana pronta a entrare in azione: "Timori di incidenti"

(Ansa)

2' di lettura

 La Marina israeliana si sta preparando per prendere il controllo in alto mare delle oltre 50 imbarcazioni della Flotilla che sono entrate nel raggio di intercettazione dell'esercito. All'azione prende parte anche l'unità speciale Shayetet 13, per la presa delle navi. Lo riferiscono fonti militari alla tv pubblica Kan. La Marina prevede di trasferire gli attivisti su una grande nave militare e di rimorchiare le imbarcazioni verso il porto di Ashdod, con la possibilità che alcune vengano affondate in mare. Israele non intende permettere alla flottiglia di entrare nelle acque della Striscia di Gaza. E intanto mentre la Marina israeliana si prepara a prendere il controllo della flottiglia diretta a Gaza, nell'esercito e nei vertici della Difesa israeliani si temono scontri e un possibile incidente durante l'operazione di presa che potrebbe provocare un'escalation. Lo riferiscono fonti militari. Dalla Flotilla però ancora nessuno segnale di resa.

La portavoce italiana, Maria Elena Delia, sui social va all'attacco: "Stiamo vedendo Israele che si appropria di acque internazionali e il nostro governo che allarga le braccia e ci dice che sostanzialmente non può fare nulla. Questa notte probabilmente Israele ci attaccherà perché tutti i segnali ci portano a dedurre che accadrà e il governo non è in grado di garantire la protezione dei suoi cittadini in acque internazionali perché teme una ritorsione da parte di Israele. A questo punto dato che le donne e gli uomini di questo Paese sono quelli e quelle che finora ci hanno sostenuto senza dubbio, senza sosta, noi chiediamo a loro di reagire".

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E ancora: "Nel momento stesso in cui qualcosa dovesse succedere a quelle barche, nel momento stesso in cui perderemo il contatto con loro, nel momento stesso in cui dovessimo avere anche soltanto la certezza che una o uno di loro sia stato arrestato, ferito, o non potremo più metterci in contatto con loro, vi preghiamo, a nome di tutti coloro che sono su quelle barche, scendiamo nelle strade, scendiamo nelle piazze, creiamo dei presidi, andiamo a chiedere che venga applicato il diritto internazionale e che vanga applicato nello stesso modo nei confronti di tutti, compreso lo stato di Israele. Quindi, nel caso, tutti in piazza, tutti in piazza, nessuno escluso". Alcuni sindacati, tra cui la stessa Cgil, avevano già proclamato l'intenzione di uno sciopero generale tempestivo "in caso di attacchi, blocchi o sequestri delle imbarcazioni e materiali della missione umanitaria della Global Sumud Flotilla".