Un faccia a faccia durato 45 minuti ha dato una svolta vera e concreta al processo di pace che è stato prima messo in piedi e ora realizzato dall'amministrazione Trump. Come spiega il Foglio, a svelare il retroscena è Barak Ravid, fotoreporter e di fatto un giornalista con le fonti più preziose al mondo. Nella notte tra l'8 e il 9 ottobre Steve Witkoff e Jared Kushner sono arrivati a Sharm per avere un incontro diretto con i leader di Hamas. Donald Trump aveva dato un ordine preciso: "Se è necessario stringere la mano con loro per ottenere l'ok al piano fatelo".
Sarebbero state dunque queste le premesse per poi far germogliare il semaforo verde per le trattative che hanno portato alla firma. E così in quella notte in una villa in un altro resort di Sharm ecco che ci sarebbe stato l'incontro tra Al Hayya, uno dei capi di Hamas sfuggiti al chirurgico bombardamento dell'Idf a Doha, e Witkoff. L'inviato Usa avrebbe detto: "Il messaggio del presidente è che sarete trattati in modo equo e che sostiene tutti e 20 i punti del piano di pace, e che farà in modo che tutti siano implementati".
PIPPO
Opinioni vietate. Giornalismo a senso unico. Caccia a chi non asseconda l'opinione dominante. Nel mirino, Incoronata...Poi i leader di Hamas si sarebbero ritirati in separata sede con i turchi e i qatarini e gli egiziani. Da quella stanzina "privata" sarebbe poi uscito il capo dei servizi del Cairco, Hassan Rashad per dire una sola frase: "Sulla base di quest'ultimo colloquio, we have a deal". La determinazione degli emissari americani e una minaccia chiara da parte di Washington ad Hamas sarebbero stati i punti principali di spinta per l'accordo: "Se non firmate avrete una guerra senza fine", avrebbero fatto sapere gli statunitensi ai tagliagole. Poi la svolta. Il resto è storia.