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Seguiamo la linea Trump: mettiamo fuorilegge gli estremisti musulmani

Stavolta, il radicalismo islamico rischia davvero. Lo aveva anticipato domenica e lunedì il presidente degli Stati Uniti ha firmato l'ordine esecutivo che permetterà di designare alcune branche dei Fratelli Musulmani come organizzazioni terroristiche straniere
di Andrea Morigimercoledì 26 novembre 2025
Seguiamo la linea Trump: mettiamo fuorilegge gli estremisti musulmani

3' di lettura

Stavolta, il radicalismo islamico rischia davvero. Lo aveva anticipato domenica e lunedì il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato l'ordine esecutivo che permetterà di designare alcune branche dei Fratelli Musulmani come organizzazioni terroristiche straniere. È la Casa Bianca a ufficializzare la svolta in una nota: «La Fratellanza Musulmana, fondata in Egitto nel 1928, si è sviluppata in una rete transnazionale con sezioni in tutto il Medio Oriente e oltre. È rilevante in questo caso il fatto che le sue sezioni in Libano, Giordania ed Egitto siano coinvolte o facilitino e sostengano campagne di violenza e destabilizzazione che danneggiano le loro regioni, i cittadini degli Stati Uniti e gli interessi degli Stati Uniti».

È d'obbligo la cautela perché siamo ancora in una fase preliminare, per quanto promettente. I passaggi imposti dalla legge degli Stati Uniti sono stringenti e obbligati. Non si può correre ed ecco perché «Trump ha quindi chiesto al segretario dello Stato, Marco Rubio, e al segretario del Tesoro, Scott Bessent, di presentare entro 30 giorni un rapporto sull'opportunità di progettare queste sezioni come organizzazioni terroristiche. L'ordine prevede quindi di procedere con eventuali designazioni entro 45 giorni dalla presentazione del rapporto».

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La cornice giuridica del provvedimento è da valutare attentamente, spiega a Libero Lorenzo Vidino, direttore del Program on Extremism della George Washington University, autore di The New Muslim Brotherhood in the West e di The Closed Circle: Joining and Leaving the Muslim Brotherhood in the West. Una decisione adottata con metodo, secondo l'esperto, ed «è una questione molto tecnica. Qui si è aperta la procedura per designare solo tre rami della Fratellanza perché sono considerati potenzialmente legati al terrorismo. La designazione può avvenire a condizione che gli obiettivi siano statunitensi». Ma ora occorre che sia il Dipartimento di Stato a stabilire se la minaccia è reale. E comunque «la designazione in sé ha un valore solo per come viene poi attuata. Chi svolge attività di supporto con l'organizzazione designata può essere messo sotto accusa dal Dipartimento di Giustizia. Per farlo, però, bisogna aprire delle inchieste giudiziarie», osserva Vidino, notando che «Hamas è designato dal 1995 ma organizzazioni come CAIR, il Council on American Islamic Relations, che hanno rapporti con Hamas, finora non sono mai state designate».

C'è una base dalla quale partire, insomma. Prima non c'era, benché la penetrazione dei Fratelli Musulmani all'interno delle istituzioni degli Stati Uniti sia stata messa in rilievo sin dal 2019 da un corposo dossier dell'Institute for the Study of Global Antisemitism and Policy (ISGAP). Nello stesso anno, durante il suo primo mandato alla Casa Bianca, Trump individuò i Fratelli Musulmani come un pericolo, senza però riuscire a procedere. Ora però, Dalia Ziada, coordinatrice a Washington e ricercatrice dell'ISGAP, parlando al Jerusalem Post, sostiene che la mossa, inattesa, va nel verso giusto ed è una conseguenza dei massacri compiuti il ​​7 ottobre 2023 dai terroristi di Hamas, legati ai Fratelli Musulmani. Sono stati rapiti e tenuti in prigionia a Gaza anche cittadini statunitensi.

Le conseguenze non sono comunque limitate all'America. Se il processo di designazione proseguirà, secondo l'ex deputato repubblicano David Ramadan le banche collegate al sistema SWIFT saranno obbligate a interrompere ogni rapporto con individui ed enti legati ai rami dei Fratelli Musulmani, i quali dovranno ricorrere a contanti oa terzi intermediari. E anche l'ex ministro dell'Informazione giordano Samih al-Maaytah definisce la decisione «un duro colpo» al gruppo e alle sue fonti di finanziamento negli Stati Uniti, con possibili ripercussioni in Europa e incentivi per altri Paesi ad adottare misure analoghe. E qui ci vuole un coraggio che in Europa manca ancora a molti. Ma Trump ha dato l'esempio.

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