La Svizzera presenta il conto. La Confederazione ha inviato le fatture alla Flotilla per le spese sostenute dallo Stato per il rimpatrio a seguito dell'arresto da parte di Israele di alcuni attivisti. Si tratta di 19 persone, tutte svizzere ovviamente, che ora dovranno ripagare il Dipartimento federale degli affari esteri (FDFA) dei costi amministrativi e di emergenza. Le fatture arrivano fino a 11mila euro ma hanno importi variabili che, spiega la Confederazione, riflettono i diversi costi sostenuti per l'assistenza consolare, che include interventi con le autorità israeliane, visite carcerarie di varia durata e disponibilità e assistenza al ritorno in Svizzera.
Un provvedimento che non arriva a sorpresa. Il DFAE aveva già annunciato che i costi dei servizi offerti dallo Stato sarebbero stati addebitati agli interessati. Chi decide di viaggiare nonostante gli avvertimenti del DFAE lo fa a proprio rischio e pericolo. Questo principio è sancito dalla legge sugli svizzeri all’estero. Il governo non è dunque responsabile se le persone coinvolte ignorano le raccomandazioni o si comportano in modo negligente, si legge nel testo di legge.
Greta occupa l'Università di Verona, con lei candidati di Avs e centri sociali
Venghino signori Venghino! Riecco Greta e il suo circo. La signorina Thunberg, ormai 22enne, col sostegno di Avs e dei c...Eppure la decisione delle autorità elvetiche ha visto le proteste degli attivisti coinvolti. Alcuni di loro sostengono di non aver avuto "alcun contatto con l’assistenza consolare in Svizzera". È il caso di Sébastien Dubugnon, che si è visto recapitare una fattura per spese amministrative di 300 franchi relative a un volo di rientro in patria. Ma in realtà, spiega l’attivista, è stata la Turchia, non la Svizzera, a pagare i biglietti aerei per il ritorno. Probabilmente però la Turchia, dopo aver pagato le spese di rimpatrio, ha chiesto il rimborso alla Svizzera, che ora ha deciso di rivalersi sui suoi cittadini.




