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Russia, i droni kamikaze mettono in ginocchio Putin: colpo clamoroso nel Caspio

sabato 20 dicembre 2025
Russia, i droni kamikaze mettono in ginocchio Putin: colpo clamoroso nel Caspio

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Le forze per le operazioni speciali ucraine (SSO) hanno effettuato venerdì attacchi con droni kamikaze su un pattugliatore russo e su una piattaforma petrolifera nel Mar Caspio. Lo riporta il Kyiv Independent citando lo stesso Sso.

La nave pattugliatore colpita, chiamata Progetto 22460 Hunter, appartiene alla classe Rubin delle navi della Guardia costiera russa, progettate per combattere le minacce di superficie e aeree. "Diversi droni hanno colpito con successo l'obiettivo", ha affermato la Sso su Facebook.

Nella stessa operazione, i droni ucraini hanno colpito anche una piattaforma petrolifera russa situata nel giacimento di petrolio e gas Filanovsky nel Mar Caspio. La piattaforma è di proprietà della compagnia petrolifera russa Lukoil e viene utilizzata per l'estrazione di petrolio e gas. Si stanno chiarendo l'entità dei danni e lo stato operativo della piattaforma. 

Gli attacchi seguono di poche ore quello, clamoroso, avvenuto nel Mediterraneo dove gli ucraini hanno annunciato di aver colpito per la prima volta una petroliera appartenente alla cosiddetta flotta fantasma russa. A riferirlo alla Cnn è stata una fonte dei servizi di sicurezza ucraini. Le immagini ottenute dalla Cnn mostrano un drone che colpisce la petroliera, seguito da diverse esplosioni. La nave sembrava continuare a navigare dopo gli attacchi. La fonte ucraina ha affermato che la petroliera "ha subito danni critici" nell'attacco e "non può essere utilizzata per lo scopo previsto".

"Al momento dell'operazione speciale, la nave russa non trasportava alcun carico ed era vuota", ha aggiunto la fonte. "Di conseguenza, questo attacco non rappresentava alcuna minaccia per la situazione ecologica nella regione". La Russia ha creato questa cosiddetta flotta fantasma dopo la sua invasione su vasta scala dell'Ucraina nel 2022. Queste navi trasportano il petrolio russo dai porti del Baltico e del Mar Nero nonostante le sanzioni occidentali, facendo guadagnare al Cremlino centinaia di milioni di dollari ogni anno.