A meno di un giorno dalla loro pubblicazione, almeno 16 file sono scomparsi dalla pagina web del Dipartimento di Giustizia dedicata ai documenti relativi a Jeffrey Epstein. Nessuna spiegazione è arrivata da parte del governo e i Dem della Commissione di Vigilanza della Camera hanno gridato allo scandalo: vogliono nascondere qualcosa, stanno proteggendo il presidente. Tra le fotografie scomparse, peraltro tutte già viste, ci sarebbero immagini di donne nude e altre della famosa sala massaggi dove sarebbero avvenute alcune della violenze, ma ce n’è anche una della scrivania di Epstein sulla quale sono posate una serie di fotografie in cornice e nel cassetto aperto spuntano degli albi fotografici tra i quali si intravede almeno un’immagine di Epstein con Trump.
«Cos’altro viene insabbiato?» si chiedono i deputati Dem protestando che «il pubblico americano ha diritto alla trasparenza». Di insabbiato per la verità in quella foto non c’è nulla essendo nota alle cronache da oltre 25 anni e disponibile sul sito di Getty Images insieme a tante altre. Fu scattata il 12 febbraio 2000 al club di Trump a Mar-a-Lago in Florida e ritrae il tycoon insieme alla sua futura moglie Melania Knauss, a Jeffrey Epstein e alla sua socia Ghislaine Maxwell. Una foto di circostanza e niente che già non si sapesse, niente che Trump non abbia già ammesso da tempo: le frequentazioni occasionali col finanziere si interruppero infatti nel 2004 dopo che lo stesso tycoon cacciò il finanziere dal suo club per essersi comportato in modo inappropriato con le sue dipendenti, inclusa Virginia Giuffrè, morta suicida lo scorso aprile.
In un'altra fotografia potrebbe esserci ancora Trump circondato da ragazze in costume da bagno, ma ci vuole un notevole sforzo di fantasia per stabilire che quel signore sfocato in camicia bianca sia il futuro presidente e che soprattutto stesse facendo qualcosa di sbagliato. Insomma più si scava, più i dem si appellano a presunti maneggi del Dipartimento di Giustizia (che peraltro ieri ha ripubblicato 119 pagine senza censura) e più appare evidente che quella dei file di Epstein si sta rivelando un’enorme bufala, se non addirittura un boomerang. I documenti più compromettenti infatti riguardano l’ex presidente Bill Clinton, non Donald Trump. Ieri il New York Times ha tirato fuori la testimonianza di un ex dipendente di Epstein di nome Maria Farmer che negli anni 90 aveva denunciato il defunto predatore sessuale dopo aver scoperto del suo interesse per la pornografia infantile. Tra i due c’erano stati anche accesi attriti, specie dopo che Epstein aveva rubato e venduto le foto artistiche che lei aveva scattato alle sorelle minori. Epstein aveva anche minacciato di bruciarle la casa.
La donna nel 1996 denunciò tutto all’Fbi ma ci vollero 10 anni perché Epstein iniziasse a essere sottoposto a seri controlli legali. «Ho aspettato 30 anni, adesso non possono più darmi della bugiarda» ha detto la Farmer. Fino alla pubblicazione dell'ultimo lotto di documenti, avvenuta venerdì scorso, l'Fbi non aveva confermato pubblicamente che la donna avesse presentato quella denuncia e lei in passato era stata perfino accusata di aver inventato la sua versione dei fatti sul suo contatto con i federali. Ma chi c’era nel 1996 alla Casa Bianca?
Proprio Bill Clinton, l’amicone di Epstein che in varie foto pubblicate in questi giorni appare usufruire abbondantemente dei servizi offerti dall’amicizia del pedofilo suicida. In una di quelle lo si vede mentre nuota nella piscina di Epstein, in un'altra è sdraiato sulla schiena con le mani dietro la testa in quella che sembra una vasca idromassaggio.
I suoi più stretti collaboratori dicono che non sapesse nulla dei loschi affari del suo amico newyorkese, lui stesso ha fatto sapere attraverso il suo portavoce che la Casa Bianca lo sta usando come capro espiatorio. Anche Clinton ha sempre sostenuto di aver chiuso ogni rapporto con Epstein nel 2005, ma ciò è avvenuto proprio quando sono emerse le prime notizie secondo cui il suo amico era sotto inchiesta in Florida per presunto sfruttamento sessuale di minori. Prima invece l’ex presidente non aveva avuto remore a viaggiare sul Boeing 727 di Epstein, tra il 2001 e il 2003 si contano quattro viaggi, per un totale di 26 tratte, in località come Bangkok, Brunei, Ruanda, Russia, Cina e altrove. Uno scambio di cortesie tra gentiluomini? In alcuni casi sull’aereo si trovava anche Ghislaine Maxwell, è tutto documentato negli atti processuali.




