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Sesso e gay nella soap, scoppia la polemica in Siria

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La comunità religiosa chiede la sospensione della trasmissione ed esorta i fedeli al boicottaggio: "E' una serie che danneggia l'Islam"

Eleonora Crisafulli
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Scene di sesso, donne infedeli e relazioni omosessuali sul piccolo schermo in periodo di Ramadan ed ecco che in Siria scoppia la pomenica. Nel mirino dei relisgiosi islamici la soap opera Ma Malakat Aymanukum. Mandata in onda per prima volta nel mese del Digiuno, la serie che prende il nome da un verso del Corano ("cio che le vostre mani possiedono"), descrive la vita delle donne siriane in una società maschilista, affrontando temi tabù per il paese conservatore. Dai tormenti di Leila, che sotto il velo islamico conduce un'esistenza divisa tra vizio e virtù, alla storia di Gharam spinta dal marito tra le braccia di  uomini di potere. L'opinione pubblica è sconcertata. Le telespettatrici, che stanno contribuendo alla scalata al successo della soap, commentano entusiase: "E' così raro trovare scene di questo tipo sulla tv siriana", afferma una dermatologa di 50 anni. E ancora: "La domanda che mi sono posta durante i primi episodi è stata: si tratta davvero di un programma siriano?". Ma il mondo religioso musulmano bacchetta i produttori e l'emittente satellitare pubblica che trasmette la serie: "E' una soap che danneggia l'Islam", la tv dovrebbe sospendere la trasmissione e  i fedeli dovrebbero boicottarla. La serie è attualmente trasmessa dalla tv satellitare pubblica siriana e dal canale libanese Al-Mustaqbal. In Siria, paese a larga maggioranza musulmana ma laico in base alla sua Costituzione, le autorità incoraggiano una versione moderata e apolitica dell'Islam.

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