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L'analista russo Panarin

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Usa distrutti nel 2010

Albina Perri
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Nel 2010 gli Stati Uniti si disintegreranno. Lo vede nella sua palla di vetro uno studioso (russo) che spiega anche il perché: ci sarà una guerra civile, colpa della crisi economica. I paesi ricchi rifiiuteranno di aiutare i poveri, e non daranno più fondi al governo federale. È questo lo scenario apocalittico che Igor Panarin, ex analista del Kgb ed ora rettore dell'Accademia del ministero degli Esteri, la scuola che forma i diplomatici russi, già da diversi anni ha predetto per un futuro ormai più che prossimo, il 2010. Ma mai come in questi mesi in cui la crisi finanziaria ed economica ha investito l'America, Panarin sta suscitando l'interesse dei media russi che lo interpellano anche due volte al giorno come esperto delle relazioni tornate ad essere burrascose con Washington. «Già adesso abbiamo il 55-45 per cento di possibilità che la disintegrazione possa avvenire: si può anche gioire di questo processo, ma se ragioniamo questo non sarebbe il miglior scenario anche per la Russia», dichiara il professore al Wall Street Journal spiegando che Mosca, pur trovandosi ad essere molto più potente a livello globale, avrebbe dei gravi contraccolpi anche nella sua economia. È indubbio, comunque, che la teoria di Panarin in questo momento sia musica per le orecchie della leadership russa, ormai proiettata verso la rivendicazione di un ruolo politico ed economico preponderante per la Russia che sembrava essere stato per sempre compromesso dal crollo dell'Unione Sovietica. E la profetizzata disintegrazione degli Usa sarebbe una vera vendetta storica per i russi.

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