"Battisti è un rifugiato politico"
Il Brasile nega l'estradizione
Cesare Battisti è un rifugiato politico, per questo motivo il Brasile ha negato l'estradizione chiesta dall'Italia. Lo ha stabilito il ministro brasiliano della giustizia Tarso Genro. "È tradizione del Brasile considerare di concedere lo status di rifugiato politico ogni volta che riteniamo che esiste un fondato timore di persecuzione politica contro un cittadino", ha detto Pedro Abromovaj, segretario agli affari legislativi del ministero della giustizia a Brasilia, citato da O globo. Battisti, ex membro dei Proletari armati per il comunismo, è stato condannato all'ergastolo nel nostro Paese per quattro omicidi commessi tra il 1977 e il 1979. Espatriato in Francia e poi in Brasile, dove è stato arrestato nel marzo del 2007, si trova attualmente rinchiuso nel carcere di Papuda, a Brasilia. Lo scorso 28 novembreil comitato nazionale per i rifugiati (Conare) del ministero brasiliano della Giustizia aveva respinto la richiesta di asilo presentata dall'ex militante. Ma questi si è avvalso della possibilità di presentare un ricorso al ministro della Giustizia, che ora ha accettato la sua domanda. In una recente intervista al settimanale brasiliano Epoca, Battisti aveva dichiarato di temere di venire "assassinato" in Italia se fosse stato estradato. Immediate le reazioni del mondo politico italiano, che si è detto esterrefatto per la decisione presa dai Carioca. "Sconcertato" il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, mentre il centrista Luca Volontè giudica la scelta brasiliana un "vergognoso insulto alla storia e alla dignità di questo nostro Paese". Della stessa posizione anche Piero Fassino, ospite di Maurizio Belpietro a 'Panorama del giornò su Canale 5, ha parlato di "decisione sbagliata". Un invito a proseguire sulla richiesta di estradizione è stato fatto al ministro della Giustizia italiano Alfano da Alberto Torregiani, figlio di 44 anni, di Pierluigi Torregiani, gioielliere ucciso nel febbraio 1979 a Milano, e per cui Battisti è stato condannato all'ergastolo: "Credo fosse un poco nell'aria", ha proseguito Alberto Torregiani; "Bisognerebbe capire come è nata questa scelta, chi l'ha appoggiata". Alberto Torregiani, che nel corso della sparatoria in cui morì il padre fu raggiunto da un proiettile ed è ora paralizzato chiede che il ministero della Giustizia italiano continui comunque ad insistere per l'estradizione.