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Le rivolte si spostano a est Proteste anche nello Yemen

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In 16 mila sono scesi in piazza contro il presidente Ali Abdullah Saleh

Privitera Andrea
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L'onda delle rivolte maghrebine arriva in Yemen, dove stamane 16mila manifestanti sono scesi per le strade della capitale, Sanaa, per chiedere le dimissioni del presidente Ali Abdullah Saleh, in carica dal 1978. "Trent'anni al potere sono abbastanza, Ben Ali se n'e andato dopo venti", urlavano i dimostranti, ispirandosi alla cosiddetta Rivoluzione dei gelsomini che ha portato al crollo del ventennale regime del rais tunisino.  VOGLIA DI CAMBIAMENTO - Issando cartelli con slogan come "E' tempo di cambiare", i dimostranti si sono divisi in quattro cortei per mettere in difficoltà le forze di polizia. La protesta si è concentrata soprattutto nella zona dell'università, davanti a un nutrito schieramento di forze di sicurezza. Non si sono registrati incidenti, malgrado gli esponenti del Congresso generale del Popolo, il partito di Saleh, avessero dato vita a quattro contro-manifestazioni.  "Siamo scesi in strada per chiedere che il presidente e il suo governo corrotto se ne vadano", ha affermato Abdulmalik al-Qasuss, del partito di opposizione Al-Islah. Ma gli esponenti dell'esecutivo hanno ostentato grande tranquillità: "Lo Yemen non è la Tunisia", ha fatto notare il ministro dell'Interno Motahar Rashad al-Masri, affermando di non essere affatto preoccupato per le manifestazioni poichè "il nostro è un Paese democratico".   Saleh è stato eletto nel 2006 con un mandato di sette anni. Attualmente, tuttavia, è all'esame del Parlamento un emendamento alla Costituzione che potrebbe consentirgli di rimanere in carica a vita. POVERTA' DIFFUSA - Circa metà dei 23 milioni di yemeniti vive con due dollari al giorno. Un terzo della popolazione soffre la fame. Per cercare di placare il malcontento, questa settimana il presidente ha promesso di innalzare i salari dei dipendenti pubblici e dei militari. Il Paese, inoltre, già dilaniato dagli scontri con i ribelli del sud e tra le diverse fazioni religiose, è divenuto negli ultimi anni una roccaforte di Al Qaeda.

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