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La Ue difende l'embrione umano grazie ai Verdi e Greenpeace

Bruxelles: "Vietato brevettare medicinali ricavati da procedimenti che distruggono embrioni". Ecco dove nasce l'iniziativa

Andrea Tempestini
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L'embrione umano viene riconosciuto come entità da non distruggere. Non lo rivendicano i gruppi cattolici, gli ultras della vita o il Vaticano. Lo dichiara una sentenza europea, dando ragione a Greenpeace e ai Verdi tedeschi, in questo caso su inedite posizioni pro-life. È vietato brevettare medicinali ricavati da cellule staminali con procedimenti che comportano la distruzione degli embrioni emani. È quanto ha stabilito una sentenza della Corte di giustizia della Ue, che si è espressa sul caso di un trattamento che combatte il morbo di Parkinson brevettato dal ricercatore tedesco Oliver Brustle nel 1997.  La sentenza della Corte di Lussemburgo giunge nell'ambito di una causa in cui Greenpeace aveva contestato -sostenuta anche dai verdi europei - la brevettabilità  di un procedimento che utilizza cellule staminali umane ma nel far ciò comporta la distruzione dell'embrione.  Per la Corte, in particolare, deve essere riconosciuta la qualifica di embrione umano anche all'ovulo non fecondato, «dal momento che la fecondazione è tale da dare avvio al processo di sviluppo di un essere umano». Grande soddisfazione per la sentenza viene espressa dalla Chiesa e dal mondo cattolico. La  Commissione degli Episcopati della Comunità Europea «accoglie con favore la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea». Soprattutto perché, secondo i vescovi europei, si tratta di  «una chiara definizione scientifica dell'embrione umano» e «una pietra miliare nella protezione della vita umana nella legislazione europea, che molto probabilmente avrà un impatto positivo su concreti ambiti della politica come il finanziamento alla ricerca nell'Ue». «Una sentenza a   lungo auspicata e da accogliere con profonda soddisfazione»  perché   ribadisce «la piena dignità dell'embrione umano», commenta Antonio G. Spagnolo, direttore dell'Istituto di Bioetica   dell'Università cattolica di Roma. Secondo il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella la sentenza  rappresenta «un traguardo importante, che mette un paletto contro il mercato del corpo umano». La Roccella sottolinea che la questione è stata sollevata da Greenpeace e dai Verdi europei, mentre quelli italiani «difendono il panda e non l'embrione, e non si rendono conto delle conseguenze di questa nuova economia sul corpo umano». Anche Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, rileva «l'insolita alleanza», a livello europeo,  tra parlamentari pro-life e verdi tedeschi.   Questa inedita alleanza, o comunque la “conversione”  a posizioni prolife, si sta realizzando anche in Italia. Un caso, in particolare, fa molto riflettere e lo ha ben sottolineato il vaticanista Sandro Magister nel suo blog settimo cielo. Dopo aver ribadito che il cardinale Bagnasco, nel forum a Todi delle associazioni cattoliche, fortemente sponsorizzata dal Corriere della Sera, ha messo a tappeto proprio il giornale di via Solferino, , Magister fa sapere che il Corriere  ha . di Caterina Maniaci

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