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Londra non si scusa e accusa "Italia inaffidabile su ostaggi"

Gli inglesi prima dicono che sapevamo del blitz, poi che Monti è stato informato dopo. La stampa britannica ci accusa di essere "molli"

Matteo Legnani
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Nessuna scusa e spiegazioni poco convincenti. Si può riassumere così il comportamento del governo britannico nei confronti dell'Italia sconvolta dal fallito blitz in Nigeria delle forze speciali di Sua Maestà, che si è concluso con la morte del nostro connazionale, Franco Lamolinara, e del suo collega inglese, Chris McManus. Ieri le autorità del Regno Unito hanno fatto una serie di dichiarazioni, non sempre chiare e talvolta contrastanti, per spiegare perché l'Italia non sia stata informata dell'assalto per liberare i due ostaggi nelle mani delle milizie islamiche nel nord-ovest del Paese africano. Prima da Londra hanno detto che il governo di Roma era a conoscenza dell'azione, poi invece che è stato informato solo ad operazione compiuta. Anche sull'eventuale assenso delle nostre autorità ci sono state versioni contrastanti. Secondo il ministro della Difesa, Phil Hammond, gli italiani sono stati informati «mentre veniva presa la decisione di agire», anche se non hanno «specificamente autorizzato l'operazione». Già queste parole, di uno dei collaboratori più vicini al premier David Cameron, non fanno molta chiarezza. Come, infatti, gli italiani potevano dare o meno il loro assenso a una missione che era già in corso? Dopo Hammond è stata la volta di un portavoce di Downing Street: la sua versione: l'ipotesi del blitz era stata discussa con le controparti italiane negli ultimi nove mesi. «Non sono al corrente di nessuna obiezione da parte di Roma». Anche questa versione non regge molto visto che è normale che fra le opzioni ci sia quella dell'assalto armato. Nemmeno il ministro degli Esteri, William Hague, ha aiutato a chiarire i fatti: «Ancora ieri (giovedì, ndr) ne abbiamo discusso col governo italiano, ma la decisione è stata molto rapida e abbiamo avuto un periodo di tempo molto limitato che ha impedito un'informazione preventiva. Pertanto l'Italia è stata informata ad operazione in corso». Fatto sta che da Londra non è arrivata mezza scusa all'Italia, anzi difendono, con la solita retorica neocolonialista, l'operato delle loro tanto celebrate forze speciali. Sembra addirittura che il raid sgangherato degli Special Boat Service (SBS) sia stato un successo, nella grande tradizione britannica del vinciamo anche se perdiamo, che va dalle spiagge di Dunkerque della seconda guerra mondiale agli odierni campi di calcio. Basta citare il commento alla BBC di Sir David Richards, capo di Stato maggiore, secondo cui la missione fallita in realtà è stata un successo perchè ha dato una forte scossa ad Al Qaeda nella regione e ora i leader locali temono più che mai le forze occidentali. Ma per capire cosa veramente pensino i britannici della diatriba diplomatica con l'Italia si deve leggere il commento del giornalista David Blair, pubblicato dal Telegraph. «I britannici dicono che non negoziano e non considerano pagamenti di riscatti, mentre gli italiani hanno una tendenza ad adottare un atteggiamento, diciamo, più pragmatico. Se hai un alleato con questa reputazione lo includi nella decisione di lanciare una missione rischiosa di soccorso?». di Alessandro Carlini

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