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Patatine fritte più sane dell'olio d'oliva: vergogna francese con la "manina" dell'Ue, schiaffo all'Italia

lunedì 15 novembre 2021

2' di lettura

Le patatine fritte sono più salutari di un cucchiaio di olio extravergine d'oliva: lo dice Nutriscore, un sistema di etichettatura dei prodotti alimentari sviluppato in Francia. Si tratta di una sorta di semaforo che aiuta i consumatori nella scelta dei cibi che fanno bene - segnalati in verde -, distinguendoli da quelli cui bisogna stare attenti - in giallo -, e da quelli contenenti grassi, quindi da evitare - in rosso. Che ci sia qualcosa di sbagliato in questo sistema, lo prova pure il fatto che l'olio di oliva avrebbe addirittura lo stesso valore energetico e calorico di un hamburger molto ricco.

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Di fronte a questa etichettatura "sballata" è intervenuto Unaprol, il Consorzio Ovicolo Italiano, che - come riportato dal Giornale - ha denunciato questa situazione. Soprattutto dopo che il semaforo "alimentare" è stato utilizzato da alcune catene di fast food in Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Germania. Il criterio con cui sono sistemati i cibi all'interno delle varie categorie, infatti, è del tutto sbagliato. "Secondo questo sistema, l’apporto di grassi di un panino ripieno di carne e salse varie vale il semaforo giallo, esattamente come l’olio extravergine d’oliva, mentre le patatine fritte meritano addirittura il semaforo verde. Siamo dinanzi a una situazione inaccettabile", ha detto al Corriere della Sera il presidente di Unaprol, David Granieri.

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Secondo Granieri si tratta di "un vero e proprio attacco organizzato dalla Francia ai danni dei prodotti di qualità simbolo del Made in Italy, in barba a qualsiasi evidenza scientifica, oltre che al buon senso". Sulla questione è intervenuto anche il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, che si è detto contrario a un sistema di bollini sul cibo: "Pensare di dare un valore al cibo con una porzione standard da 100 grammi è un assurdo in termini, perché non consumo 100 millitri di olio d’oliva con la stessa frequenza con cui bevo 100 millilitri di Coca-Cola. È evidente che è così: non ha senso mettere un bollino sul cibo".

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