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Mario Draghi contro l'Ue: "Quarantena? Non c'è molto da riflettere". Verso lo scontro frontale su migranti

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Nessun passo indietro dell'Italia, nessuna "distensione" dall'Unione europea. Il premier Mario Draghi, alla Camera, riferisce alla vigilia del Consiglio Ue che avrà tra i temi sul tavolo quello dell'immigrazione. Si preannuncia un braccio di ferro violentissimo, visto che il presidente del Consiglio ribadisce la linea dell'ordinanza di Roberto Speranza di lunedì sera: quarantena per i non vaccinati che arriveranno in Italia e tampone obbligatorio negativo per i vaccinati. "Ci devono delle spiegazioni", aveva avvertito Bruxelles in serata. Eccole, le spiegazioni di Draghi, e non faranno piacere alla Commissione Ue.

"Da noi i contagi con Omicron sono meno dello 0,2%, in altri Paesi la variante è molto diffusa per cui si è pensato di attuare la stessa pratica che si usa oggi per i visitatori che provengono dal Regno Unito, non credo ci sia molto da riflettere su questo". Come dire: così abbiamo deciso, così sarà. La svolta rigorista, è l'accusa dell'Ue, mette in discussione la politica complessiva dell'Unione, che si ispirerebbe proprio al Green pass europeo per favorire la circolazione dei cittadini comunitari. "Non abbiamo ricevuto nessuna notifica dall'Italia" sull'ordinanza sul tampone obbligatorio per l'ingresso nel Paese, fanno notare in mattinata da Bruxelles, in contemporanea col discorso del premier a Montecitorio. Si ricorda che "i Paesi membri sono obbligati ad informare" la Commissione su eventuali restrizioni ai viaggi.

Non è solo un problema formale o burocratico, ma politico. Perché ci sarà da affrontare ora anche la questione della distribuzione dei profughi e il loro "respingimento" nei paesi di primo approdo, vale a dire Italia, Spagna e Grecia. In altre parole: i partner europei, indispettiti dalla svolta dura sul Covid, potrebbero non concedere nulla a Draghi sul punto. Si prospetta, dunque, una vendetta da servire caldissima. Anche se Draghi si dice sicuro di poter affrontare, con i membri Ue, una riforma "complessiva" della questione migratoria, "non solo delle migrazioni secondarie".

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