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L'Europa può diventare una grande potenza autonoma e autorevole nel mondo. L'analisi dell'imprenditore Andrea Pasini

Andrea Pasini
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Un'Europa compatta, unita, come non la vedevamo da troppo tempo. L’ignobile attacco di Putin all’Ucraina paese sovrano e indipendente dal 1991 ha portato a qualcosa di inaspettato. Nemmeno il capo del Cremlino si sarebbe mai aspettato una reazione unitaria da parte dell’Unione Europa e degli Stati membri.

È facile immaginare che Putin, pianificando questa guerra, contasse sulle divisioni che per anni hanno caratterizzato il vecchio continente. Io per primo sono rimasto piacevolmente stupito dalla forza e dalla tempestività con cui l’Europa ha agito, condannando la violenza perpetrata dalla Russia ai danni dell’Ucraina. 

Ho molto apprezzato il discorso del nostro premier Mario Draghi -per cui nutro grande stima da sempre sull’Ucraina. Un discorso vero, onesto, senza inutili giri di parole. «Negli ultimi decenni, molti si erano illusi che la guerra non avrebbe più trovato spazio in Europa» ha dichiarato Draghi, aggiungendo come le immagini che ci arrivano da Kiev, Kharkiv, Maripol e dalle altre città dell’Ucraina in lotta per la libertà dell’Europa segnino la fine di queste illusioni.

«A un popolo che si difende da un attacco militare e chiede aiuto alle nostre democrazie, non è possibile rispondere solo con incoraggiamenti e atti di deterrenza. Questa è la posizione italiana, la posizione dell’Unione Europea, la posizione di tutti i nostri alleati» ha proseguito il premier.

Sono fermamente convinto che l’aggressione di Putin all’Ucraina stia rappresentando un’incredibile spunta per il rafforzamento dell’Unione e per il rafforzamento del rapporto già saldo da decenni  con gli Stati Uniti d’America. Gli stati che compongono l’Unione Europea devono imparare da queste situazioni così drammatiche a mettere da parte gli scetticismi e agire come fronte unito sempre e comunque. In pochi si aspettavano che la Svizzera avrebbe aderito alle sanzioni per la Russia congelando gli asset russi nelle sue banche. È stata altrettanto inaspettata la decisione della Svezia di inviare armi per la prima volta dal 1939 e la decisone  della Lettonia di dare la possibilità ai propri cittadini di partire per l’Ucraina per combattere.

La tragedia che ha colpito l’Europa e tutto il mondo può diventare una grande opportunità per rafforzare e portare avanti il processo di integrazione e autonomia decisionale europea, con un focus sul tema economico ed energetico, lo stesso che negli anni ha diviso i nostri Paesi e rallentato ogni decisione. È fondamentale che l’Italia e l’Europa tutta smetta di dipendere dalla Russia per il suo approvvigionamento energetico. Attualmente infatti, il nostro Paese importa più del 75% dell’energia che consuma, con il 45% proveniente proprio da Mosca. 

Bisogna restare uniti e prendere decisioni per il bene di tutti. Se c’è qualcosa che questa assurda guerra ci può insegnare è che l’Europa può essere una grande forza, capace di agire in maniera ferma e decisa. Davanti alla morte e alla distruzione, tutte le  discussioni sterili, basate solo su un interesse  di ogni singolo paese e non collettivo tra i Paesi membri perdono di significato. Oggi l’Europa sta tracciano la giusta rotta di un cammino che  ci porterà a diventare una grande potenza autonoma e rispetta nel mondo.

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