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Gas, Draghi truffato dalla Ue: indiscrezioni, così Bruxelles vuole affondare l'Italia

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È in gran parte sull'energia che si giocherà la partita dell'ultimo vertice Ue prima dell'estate, oggi e venerdì. Ma il risultato non sarà, probabilmente, quello sperato da Mario Draghi. Sul tetto ai prezzi del gas, infatti, continua a mancare il consenso dei 27 e la proposta della Commissione, all'orizzonte, ancora non c'è. Sul riferimento al price cap nelle conclusioni del Consiglio europeo si tratterà fino all'ultimo. Ma di certo dal summit non uscirà alcuna decisione operativa. Nelle conclusioni dell'eurosummit c'è un chiaro riferimento all'inflazione: verrà sottolineato come sia in gran parte la guerra in Ucraina e il caro prezzi dell'energia ad averla causata. Qualche capitale, spiegano fonti diplomatiche europee, vedeva in questo passaggio anche un riferimento indiretto al price cap. Una soluzione che però all'Italia non è bastata. La trattativa sul paragrafo "Economic issue" della bozza di conclusioni è così ripartita.

 

 


Nel testo ci sarà un riferimento «all'utilizzo come arma» da parte di Mosca di gas e petrolio e si negozia su quello al price cap, con riferimento alle conclusioni del vertice del 30 e 31 maggio scorso, quando il Consiglio invitava la Commissione ad esplorare le opzioni per calmierare i prezzi dell'energia, incluso un price cap temporaneo.  L'Italia sta aumentando il suo pressing affinché la Commissione elabori la proposta il prima possibile. E non si esclude che Roma presenti un non-paper (una sua posizione scritta) al Consiglio Affari Energia della prossima settimana. Fonti europee spiegano tuttavia che una decisione operativa «arriverà solo tra settembre e ottobre» e sottolineano come, per una parte degli Stati membri, con i tagli al gas attuati da Mosca il price cap «potrebbe peggiorare la situazione».

 

 

La tesi dell'Italia va in direzione opposta: il progressivo stop alle forniture di Mosca vanifica il timore che, con il tetto ai prezzi, la Russa possa chiudere i rubinetti. Una tesi che trova conferma nelle parole del capo dell'Agenzia internazionale per l'energia (Iea): l'Ue deve essere «pronta nel caso in cui il gas russo sia completamente tagliato fuori», ha avvertito Fatih Birol. Il vertice europeo è chiamato a fornire le prime risposte. Cruciale ovviamente sarà la posizione della Germania, che resta sostanzialmente contraria ma più aperta al confronto rispetto a qualche settimana fa. Oggi, invece, l'Ue concederà lo status di candidato a Ucraina e Moldavia. A Georgia e Bosnia sarà data una chiara prospettiva europea ma per lo status Bruxelles chiederà un passo in più. Anche per l'apertura dei negoziati di adesione di Albania e Georgia, a Bruxelles assicurano che si tratta solo di una questione di giorni.

 

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