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Gas, docce fredde e luci spente: il piano che spaventa l'Italia

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Luci spente nei monumenti e docce fredde: via al piano di razionamento del gas in Unione europea. La riduzione dei consumi sarà del 15% (rispetto alla media ponderata degli ultimi cinque anni) tra agosto e marzo ma solo su base volontaria, almeno per il momento. Il regolamento europeo è stato prima approvato dai ministri dell’Energia a fine luglio, poi ha ricevuto l'ok formale dai rappresentanti dei governi riuniti in Consiglio. L'obiettivo del provvedimento, votato da tutti i Paesi membri eccetto Ungheria e Polonia, è quello di prevenire le conseguenze di ulteriori colpi bassi da parte della Russia. 

Per ora, però, si parla di riduzioni volontarie, complice anche il fatto che le scorte non sembrano mancare: nell'Ue il livello sarebbe superiore al 70%. Si passerà all'obbligo - come spiega il Messaggero - solo se almeno cinque Paesi in difficoltà con gli approvvigionamenti chiederanno l’attivazione dell’allerta Ue, che andrà confermata da un voto a maggioranza qualificata del Consiglio. Molto dipende dalla buona volontà degli Stati, che grazie alle riduzioni potrebbero far ottenere all'Unione europea un risparmio tra i 30 e i 45 miliardi di metri cubi di gas. 

Per ogni Stato, però, ci sono deroghe diverse che tengono conto delle priorità nazionali. Per l’Italia, per esempio, l’obiettivo è dimezzato, visto che "il nostro Paese - fra stoccaggi virtuosi e ruolo chiave nel transito del gas verso gli altri Paesi Ue - potrà limitarsi a ridurre i consumi solo del 7%", si legge ancora sul Messaggero. Escluse dal regolamento le isole - Irlanda, Cipro e Malta - che non hanno nulla a che fare con la rete di distribuzione del gas. Per le repubbliche baltiche invece sono state messe a punto delle norme particolari, visto che sono ancora collegate alla rete elettrica russa. Per ora comunque i tagli dovrebbero riguardare solo le strutture pubbliche e le attività commerciali, non i privati. 

 

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