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Mario Draghi ci riprova: attenti al nonno

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 L’endorsement più inaspettato è arrivato da Viktor Orbán. «Mi piace Draghi» ha detto il primo ministro ungherese, rispondendo a una domanda sull’ipotesi che a guidare la Commissione, dopo le elezioni di giugno, sia l’ex premier italiano. «Non lo so» ha aggiunto, «ma lo rispetto, è una brava persona».

Del resto, l’idea che sia l’ex governatore della Banca centrale europea a sedere sulla poltrona più prestigiosa di Bruxelles è stata avanzata con una certa insistenza negli ultimi mesi. Il primo a candidarlo, per la verità in via ufficiosa, era stato a dicembre il presidente francese Emmanuel Macron. Poi, ieri, il colpo di scena di Orbán, arrivato poche ore dopo l’intervento di Draghi alla Conferenza di alto livello sul Pilastro europeo dei diritti sociali a La Hulpe, vicino a Bruxelles.

 

 

 

In quella sede l’ex premier ha anticipato i contenuti del rapporto sulla competitività che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, gli ha chiesto di redigere, e che finirà sul tavolo del Consiglio europeo subito dopo le elezioni di giugno. Ma il tema della competitività sarà al centro anche del vertice straordinario di oggi dei capi di Stato e di governo dell’Ue. 

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