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Ue, irrompono gli Stati baltici: Giulio Sapelli spiega perché siamo in pericolo

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Per la prima volta sono cambiati gli equilibri all'interno della Commissione europea: a sostenerlo è Giulio Sapelli, professore emerito di storia economica alla Statale di Milano. Guardando i nomi dei commissari scelti dalla presidente Ursula von der Leyen e le loro deleghe, l’impressione del docente è che "la crisi contemporanea di Francia e Germania mandi delle scosse telluriche che non possono non ripercuotersi sul sistema decisionale europeo". Secondo lui, "nel sistema decisionale europeo stanno irrompendo, fenomeno ancora non sistematizzato nelle filiere di potere e di comando, gli Stati baltici".

A dimostrarlo, come ha spiegato lui stesso in un'intervista a Italia Oggi, sono due elementi: "Non solo l’estone Kaja Kallas nel ruolo di Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza, ma anche la nascita di un nuovo dicastero dedicato alla Difesa e allo Spazio affidato al lituano Andrius Kubilius". Rispetto a quest'ultimo punto, Sapelli ha spiegato che "rappresenta un segnale preoccupantissimo, perché vuol dire che le risorse della Nato andranno più sul fronte orientale che non verso quello meridionale/mediterraneo". 

 

 

 

Parlando, invece, della transizione verde affidata alla spagnola Teresa Ribera, socialista come Timmermans, il professore ha detto: "Gli spagnoli sono molto condizionati dai tedeschi e credo, pertanto, che sulla transizione green si segnerà il passo. Non vedremo scelte come quelle di Timmermans". Proprio per questo, secondo lui, c'è la possibilità che l’industria europea possa riprendersi, "anche perché - ha spiegato - mi sembra che finalmente gli industriali europei stiano battendo un colpo: sanno che in gioco c’è la loro stessa sopravvivenza".

L'idea di Sapelli è che ci sarà una sorta di divisione nell’Ue tra gli interessi dei Paesi baltici, che mirano alla neutralizzazione della Russia, e quelli della Germania, che invece vuole salvare la sua industria: "Del resto - ha sottolineato - i Paesi baltici sono già post-industriali, mentre il cuore franco-tedesco dell’Ue è ancora profondamente neo-industriale. Si tratta di due formazioni socio-economiche completamente diverse". 

Sul dossier immigrazione, che andrà all’austriaco Magnus Brunner, Sapelli ha detto: "Se se ne occuperà un austriaco significa che ci sarà una forte stretta sugli ingressi di immigrati in Europa". Infine, l'uscita di scena del commissario francese Thierry Breton, che era stato indicato dal presidente Emmanuel Macron, è - secondo il professore - "il segno che Macron non se lo fila più nessuno. È vero che il Presidente francese ha scelto il sostituito di Breton, ma mi sembra che si tratti di un giovane politico senza arte né parte".

 

 

 

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