«Io so’ io e voi non siete un c...», diceva il Marchese del Grillo. Più o meno la stessa cosa, però in tedesco e sempre pettinatissima, pensava di poterla continuare a dire pure la baronessa Ursula von der Leyen. Che però ieri – come Libero vi spiega stamattina – ha rimediato una figuraccia memorabile. Ma davvero, nell’epoca in cui tutti siamo (purtroppo) ridotti a pesci rossi in una bolla trasparente, cioè completamente visibili e controllabili, la presidente della Commissione Ue (che nessun cittadino ha direttamente votato per quell’incarico) pensava di poter continuare a opporre una sorta di intangibilità dei suoi atti e delle sue comunicazioni? Odi poter raccontare la storiella dei messaggi telefonici non più rintracciabili? E per giunta, su una vicenda, quella dell’acquisto centralizzato dei vaccini a livello europeo, che ha suscitato annidi polemiche? Suvvia.
Ce ne ricorderemo la prossima volta che i distinti signori di Bruxelles - sempre chicchissimi, elegantissimi, correttissimi - ci ripeteranno due parole a cui sono molto affezionati. La prima è la parola “trasparenza”, la seconda è la parola “accountability”, cioè il fatto che chiunque abbia una funzione pubblica sia oggetto di controllo e scrutinio. Ecco: stavolta la signora von der Leyen si è curiosamente scordata di essere trasparente; e, quanto all’esigenza di essere “accountable”, se ne è altamente fregata.
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Senza stare a scomodare il sordiano Marchese del Grillo «io sono io...», eccetera - l’episodio che ved...Scandalo a parte, resta il problema di fondo: nella legnosa costruzione europea manca il popolo. È pieno di aspiranti “demiurghi” che parlano alle “élites”, senza che il processo da loro auspicato sembri prevedere un coinvolgimento democratico degli elettori. E così inevitabilmente si dà l’idea di voler “commissariare” i governi e i parlamenti nazionali spostando il cuore delle decisioni verso istituzioni non oggetto dello scrutinio popolare diretto (altro che accountability), alimentando in quote non piccole di opinione pubblica la convinzione di una deriva a-democratica, in cui le vere decisioni sono destinate a esser prese sopra le teste dei cittadini e perfino sopra quelle dei loro rappresentanti.
E questo vale ormai non solo per le decisioni, ma perfino per gli opachi processi che conducono a quelle scelte. Qualche anno fa un gigante della cultura e del giornalismo, il britannico Charles Moore (biografo di Margaret Thatcher, già direttore di Telegraph e Spectator, e ora commentatore per le due testate), descrisse così i mandarini di Bruxelles: «Una classe di persone altamente educate che hanno trovato la formula segreta per restare al potere senza sottomettersi alla volontà popolare».
Quella tremenda descrizione – che aveva la precisione di un esame ai raggi X – si adatta oggi ai riflessi di un intero establishment europeo. Matita blu per correggere le sgrammaticature vere o presunte di Donald Trump (piccolo dettaglio: lui è stato votato e stravotato dai suoi concittadini), e invece improvvise amnesie quando sarebbe necessario denunciare quanto sia logoro il tessuto delle nostre istituzioni comunitarie, e quanto sia forte la tentazione di chi le gestisce di silenziare il popolo. Non finirà bene, c’è da temere.
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Il Tribunale dell'Ue boccia il divieto di accesso agli scambi di sms tra la presidente della Commissione europea Urs...È perfino scontato che, in un “ambiente” del genere, ogni elezione diventi sempre di più un’occasione di comprensibilissima “vendetta” da parte di larghi strati popolari verso questa impalcatura tecnocratica e soprattutto a-democratica. Proprio quelli che, in virtù di una dotazione culturale teoricamente superiore, avrebbero dovuto immedesimarsi negli altri, comprenderne i timori (pur magari non condividendoli), non hanno fatto alcuno sforzo per capire le preoccupazioni dei cittadini comuni, e anzi li hanno insultati, sbeffeggiati e giudicati. E il popolo si è vendicato e continua a farlo. Hillary Clintonnella sua superbia – rese perfino reso esplicito l’insulto nel 2016, qualificando i sostenitori di Trump come deplorables, cioè cattivi-deplorevoli-miserabili-pessimi. Siamo ancora lì, anche da questa parte dell’Oceano.