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"Violato lo Stato di diritto": piano di Pd e sinistra Ue per processare l'Italia

Una missione della commissione Libertà civili del parlamento europeo si preparava a venire a Roma e Venezia per fare una indagine sullo stato della democrazia. I progressisti avevano già scritto la sentenza di condanna
di Fausto Cariotivenerdì 21 novembre 2025
"Violato lo Stato di diritto": piano di Pd e sinistra Ue per processare l'Italia

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A sinistra hanno provato ancora una volta a far processare e condannare il governo italiano da un’istituzione della Ue. Non ci sono riusciti, perché questa legislatura europea non è come la precedente. Ora i numeri consentono di creare una “maggioranza di blocco” in grado di fermare simili operazioni, formata dal Partito popolare europeo (la famiglia cui appartiene Forza Italia), dai Conservatori (il gruppo di Fdi), dai Patrioti (con la Lega) e dai Sovranisti.

Un accordo politico non formalizzato, ma efficace e già entrato in funzione più volte per mettere in minoranza i Socialisti (nelle cui file militano gli eletti del Pd) e le altre forze di sinistra. Iniziò un anno fa, votando per il riconoscimento dell’anti-comunista Edmundo González come legittimo presidente venezuelano (da qui il nome di «maggioranza Venezuela»), e si ripresenta quando c’è da smontare il piano di decarbonizzazione forzata imposto dal Green Deal o riscrivere le regole per l’immigrazione. È successo di nuovo mercoledì sera.

Lo strumento scelto era la commissione Libertà civili del parlamento Ue, che avrebbe dovuto venire in Italia dal 10 al 12 giugno, con una delegazione di otto eurodeputati. La missione, si legge nei documenti di Strasburgo, avrebbe dovuto indagare «sulla situazione dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali in Italia, compresa l’indipendenza della magistratura, la lotta alla corruzione, la libertà dei media e la lotta alle discriminazioni».

Il senso reale dell’operazione lo spiega bene l’eurodeputato del Pd Alessandro Zan, che di quella commissione fa parte: «In Italia, a causa del governo Meloni, esistono evidenti problemi di stato di diritto e rispetto dei diritti fondamentali». Giudizio già scritto, dunque. E trappola da far scattare- come prevede un copione rodato- chiamando a testimoniare “esperti” provenienti in gran parte da organizzazioni e redazioni ostili al governo e al centrodestra. Il modo per mettere il timbro del parlamento europeo su ciò che Elly Schlein aveva detto dell’Italia un mese fa al congresso dei Socialisti europei: «La democrazia e la libertà di parola sono a rischio quando l’estrema destra è al governo».

Sulla missione a Roma e Venezia (in coincidenza con una sessione del Consiglio d’Europa, organismo che regolarmente accusa l’Italia di razzismo e discriminazioni) c’era già l’accordo nella “maggioranza Ursula”, formata da Popolari, Socialisti e dai liberal di Renew Europe, che in questi casi possono contare sull’appoggio dei Verdi. Per dare una parvenza di equilibrio all’operazione e non farla apparire come una manovra contro il governo Meloni, una visita ispettiva analoga era stata programmata in Spagna, dove governa il progressista Pedro Sánchez. Ma due giorni fa, quando la conferenza dei capigruppo dell’europarlamento è stata chiamata a dare l’approvazione definitiva, il Ppe guidato da Manfred Weber, e del quale è vicepresidente Antonio Tajani, ha fatto squadra con i gruppi di destra e cancellato la trasferta in Italia.

Un funzionario del gruppo socialista ha raccontato alla testataPolitico.eu, la prima a dare la notizia, che quando la “maggioranza Venezuela” ha affossato l’operazione e la sinistra ha protestato, Roberta Metsola, presidente dell’aula di Strasburgo e membro del Ppe, «ha spostato l’attenzione lontano dalla disputa, sostenendo che il parlamento ha troppe missioni e che comunque andrebbero riviste». L’ottimo rapporto che Giorgia Meloni e Tajani hanno con Metsola e Weber non fa che peggiorare l’umore dei progressisti.

Nicola Procaccini, copresidente del gruppo Ecr ed eurodeputato di Fdi, commenta soddisfatto che «le maggioranze sono cambiate e oggi per le sinistre non è più facile come un tempo utilizzare le missioni parlamentari all’estero per fini politici». Brinda alla scelta del Ppe Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati: «È grave che qualcuno al parlamento europeo abbia proposto una missione in Italia per verificare lo Stato di diritto, la libertà di stampa e la giustizia, peraltro a ridosso di un referendum, non che la missione sia stata bloccata».

I Socialisti vedono così sfumare un’occasione su cui contavano, e la prendono malissimo. «Il resto del calendario, compresa la missione in Spagna, resta invariato. Ma, guarda caso, quando si parla dell’Italia il Ppe fa saltare l’accordo», dicono dal loro gruppo. Zan, che è anche membro della segreteria del Pd, accusa il Ppe di essersi «alleato con l’estrema destra, venendo meno ai patti stipulati con i gruppi progressisti». Iratxe García Pérez, capogruppo dei Socialisti Ue e stretta alleata di Sanchez, amplifica le accuse dei suoi compagni del Pd e chiede: «Cosa nasconde l’Italia per rifiutare una missione del parlamento europeo, con il sostegno del Ppe?».

Spiazzati anche i Cinque Stelle, pure loro pronti a sfruttare le istituzioni europee per denigrare il governo. Gaetano Pedullà, un altro membro della commissione che avrebbe dovuto giudicare il livello di libertà e democrazia in Italia, commenta che il Ppe e i partiti europei di destra «vogliono mettere una museruola sulla progressiva contrazione in Italia dell’indipendenza della stampa, della magistratura e delle libertà». Avevano la sentenza pronta, ma il processo è stato cancellato all’improvviso.