Un anno e qualche mese fa Ursula von der Leyen è stata rieletta presidente della Commissione europea, ma da quell’elezione è come se fosse passata un’intera epoca. Figura chiave della nuova Commissione era la “vice” con delega a concorrenza e ambiente, Teresa Ribera, eco-socialista spagnola. I Verdi a Strasburgo erano parte vitale della maggioranza della neo Ursula. Al di là del voto degli italiani (con belgi e lettoni) del gruppo dei Conservatori riformisti, era l’asse tra macroniani, socialisti ed ecologisti con i popolari che ne caratterizzava la riconferma con un accordo su immigrazione e Green deal come base programmatica. Nello sfondo una centralità non solo di Parigi ma anche di Madrid con al traino una Germania in difficoltà politica/economica e con l’idea di contenere Giorgia Meloni.
Oggi, dicembre 2025, centrale nella Commissione europea è sempre più Raffaele Fitto; Friedrich Merz in asse con Emmanuel Macron - entrambi con le economie nazionali danneggiate dal Green deal- chiedono e ottengono revisioni della politica economico-ambientale dell’Unione; Pedro Sanchez per i legami sempre più stretti con Pechino, è visto con sospetto; i Verdi nel congresso di Lisbona del 5-7 dicembre dichiarano loro avversario Manfred Weber presidente del gruppo del Ppe per la sua scelta di convergere con i conservatori tradizionali dell’Ecr e con quelli radicali dei Patrioti in voti su immigrazione e politiche ambientali; Frans Timmermans, il socialista ispiratore della politica ambientale della Commissione europea tra 2019 e 2024, è tornato in Olanda dove è stato sconfitto ben due volte; i Grünen tedeschi - anima degli euroecologisti- dopo aver preso il 14,7 per cento nel 2021 nelle politiche tedesche, sono in calo costante con l’11 per cento nel voto per il Bundestag nel 2025 e con ulteriori cadute nei recenti sondaggi.
Ue, retromarcia sullo stop ai motori termici dal 2035: altra vittoria del governo
La Commissione europea fa retromarcia sullo stop ai motori endotermici. Dal 2035 in poi, le case automobilistiche dovran...Nessuna persona seria nega i cambiamenti climatici che sta vivendo il mondo, ed è evidente che tra inquinamento ed esaurimento di risorse il fattore “uomo” condiziona lo stato del Pianeta. Però la lettura catastrofistica che ha guidato la politica europea sino a qualche mese fa è ampiamente revisionata non solo da Bill Gates, ma anche grazie al clamoroso ritiro da parte di una delle più autorevoli riviste d’informazione scientifica, Nature, di un saggio scientifico dell’aprile del 2024 che aveva influenzato le decisioni dei governi e che stimava un crollo del 62% dell’attività economica globale entro il 2100 in uno scenario in cui i governi non avessero ridotto le emissioni di CO2.
Lo studio The economic commitment of climate change (di Maximilian Kotz, Anders Levermann e Leonie Wenz del Potsdam Institute for Climate Impact Research) è stato puntualmente criticato da altri scienziati, finché non si è dimostrato che i calcoli erano sbagliati. Anche questo richiamo al rigore nella discussione nasce dal constatare i danni subiti dall’economia europea grazie alle scelte di Bruxelles, e da una crescita delle importazioni dalla Cina senza precedenti. Come spiegano tanti critici del Green deal, il problema non è negare il riscaldamento globale ma avere un approccio con scelte non ideologiche ma concrete. È a metà degli anni Ottanta quando si esaurisce la spinta del ’68, che la cultura ideologica e non realistica del ribellismo degli anni Settanta si trasforma da rivoluzionaria a ecologistica: scelta che si consolida poi con la fine della Guerra fredda quando si ha la sensazione che il mondo sia ormai inquadrato in un sistema di regole liberali che rendono obsolete storia, tradizione, politica, identità nazionale e di genere in una realtà che si può plasmare senza sforzo secondo i propri desideri o convinzioni ideologiche.
In America non c’è una leadership di questa tendenza che si espande soprattutto per l’egemonia del decostruttivismo francese nelle università, con quel processo che Alan Bloom ha descritto in The closing of american mind (La chiusura della mente americana). In Europa, invece, leader del ’68 francese e tedesco come Daniel Cohn-Bendit e Joschka Fischer trasformano i “contestatori” in Verdi, con anche risultati positivi: un certo atlantismo, la resistenza all’aggressività russa, l’attenzione all’innovazione, la difesa di Israele, la cura dei diritti. Ma mantenendo sulle questioni ecologiche il taglio sessantottesco che privilegia l’ideologia sull’analisi critica. Un’impostazione che in parte risponde al bisogno di identità di una generazione passata dal voler cambiare tutto al vivere dentro “il sistema”. Ma una cultura che alla fine è disgregatrice dell’economia e della società come è successo negli anni più recenti. E inoltre sconvolge le anime più semplici che affrontano le questioni dell’ambiente con un taglio neopagano affidandosi a Dei come il Vento, il Sole, il Bosco e combattendo Demoni come il Carbone, il Petrolio, la Plastica e naturalmente il Nucleare.
E così viene rimossa l’idea fondamentale che umanità e ambiente si salvano solo con un’alleanza tra natura e tecnologia, valutata neutralmente secondo la sua efficacia per gli obiettivi scelti e non secondo schemi ideologicamente distorcenti. Dopo tante peripezie mi pare che siamo nella fase nella quale un approccio realistico-critico sta prevalendo con la riforma del Green deal, ma c’è bisogno di uno sforzo politico perché questo avvenga. La sinistra deve riuscire a fare una sintesi, per esempio a Milano, tra le pur encomiabili e moltiplicate a dismisura piste ciclabili per giovani progressisti, e le scale mobili sempre meno funzionanti nei metrò indispensabili per stanchi lavoratori. La destra, poi, invece, dovrebbe riflettere su come i loro pur vivaci partiti non sempre riescano a elaborare bene tutti i problemi e magari sarebbe utile che promuovessero un’associazione “Per un’alleanza tra natura e tecnologia” che andasse oltre al perimetro degli iscritti e mobilitasse le forze conservatrici competenti e civilmente appassionate presenti nella società.




