(Adnkronos) - Passando a Telecom Italia, Nagel ha ricordato che lì "la situazione era bloccata, ora abbiamo un nuovo piano e una nuova prospettiva. Se ci sarà bisogno di un aumento di capitale lo deciderà il board di Telecom, ma noi intendiamo uscire da questa partecipazione entro l'anno (l'esercizio 2013-14, che terminerà il 30 giugno 2014, ndr)". Inoltre, ha aggiunto "la storia dell'italianità è una favola che continuiamo a dire, probabilmente per coprire inefficienze nostrane. La storia che dobbiamo difenderci dalle Alpi alla Sicilia è un'autentica fesseria". Riguardo alla crescita all'estero, l'apertura in Cina, ha detto Nagel, "verrà dopo il Messico. Prima l'Europa, poi far crescere Turchia (Paese in cui Mediobanca già opera, ndr) e Messico, poi in Cina". Infine, un'incursione nella sfera della politica: a chi gli ha chiesto se sia vero che è un "renziano" (categoria che pure il sindaco di Firenze aborre, considerandola una "malattia"), Nagel ha risposto che lui è "per quelli che fanno". E, durante l'assemblea, ha ricordato che "la classe politica" italiana deve fare gli "homework", i compiti a casa. In Borsa i risultati sono stati bene accolti. Il titolo ha chiuso in rialzo del 3,32% a 6,54 euro, in netta controtendenza rispetto al comparto italiano (l'indice di settore Ftse Italia All Share Banks cede al termine della seduta l'1,51%). Il Ftse Mib ha chiuso in calo dello 0,24%.