Milano, 25 ago. (Adnkronos) - L'alleggerimento quantitativo o Quantitative Easing sarà probabilmente "l'ultimo strumento che il presidente della Bce Mario Draghi vorrà tirare fuori dalla cassetta degli attrezzi". A prevederlo è Filippo Diodovich, market strategist di Ig. "Ci dobbiamo veramente aspettare un nuovo massiccio piano di acquisti di titoli governativi anche in Eurolandia? - scrive Diodovich - non proprio. Crediamo che il Qe sia l'ultimo strumento che Draghi vorrà tirare fuori dalla propria cassetta degli attrezzi". "Non solo - prosegue Diodovich - ci sono i forti ostacoli dei membri conservatori del Governing Council (Jens Weidmann governatore della Bundesbank, Erkki Liikanen governatore della Banca Centrale Finlandese, Klaas Knot numero uno di quella olandese e Ewald Nowotny di quella austriaca) ma anche la complessità del piano sarebbe notevole (vincoli costituzionali in alcuni paesi)". "Inoltre il famigerato Qe in salsa europea - aggiunge Diodovich - potrebbe avere un impatto molto diverso sull'economie della Zona Euro rispetto alle esperienze di Stati Uniti, Giappone e Gran Bretagna. Riteniamo che Draghi sia sempre molto attento nelle proprie dichiarazioni e con le sue ultime parole a Jackson Hole ha esplicitamente aperto uno spiraglio a nuove manovre, implicitamente a un possibile piano di Qe, con l'obiettivo di ridurre le pressioni deflazionistiche. L'intervento di Draghi ha, infatti, comportato una estensione della flessione del tasso di cambio euro/dollaro, che porterà a maggiori esportazioni grazie all'aumento della competitività delle imprese europee e importazioni (soprattutto di materie prime) più care". (segue)