Se la tv dei vescovi fa ascolti della Madonna
L'inconsueto successso di Tv 2000 e del direttore Ruffini
Dev'essere il tocco alata d'un cherubino, o la benedizione dello Spirtito Santo. Il tigì tocca picchi inusitati dell'1, 30% (quanto un programma medio di Discovery); una cosina lieve e ben fatta come Bel tempo si spera fa il 4,60%; Papa Francesco in modalità trasferta che benedice in differita spinge verso il 5% di share. Se non fosse per le sua protezione nelle alte sfere, sarebbe impossibile per Tv 2000, la televisione dei vescovi, ottenere risultati così spiazzanti al costo di un pasto alla San Vincenzo. Non che, nei limiti della sua opera di evangelizzazione, Tv 2000 non avesse prodotto programmi sperimentalmente sfiziosi come Revolution> (in cui la conduttrice Arianna Ciampoli era tenuta all'oscuro della scaletta); ma, insomma, il suo palinsesto mi dava l'idea di una seppur gradevole sagrestia. Ho intuito solo in seguito che, oltre dalle centurie celesti, quel palinsesto era presidiato dal suo direttore Paolo Ruffini, uno dei più sobri e capaci professionisti del servizio pubblico. Ruffini, classe '56, figlio di un ministro e nipote di un cardinale, è uno di quei solidi democristianoni di una volta. Ruffini è uno di quelli che non lo noti perché tende a confondersi con l'ambiente. Approccio e abiti claustrali, una gentilezza da parabola domenicale, la voce come un sussurro, l'uomo è stato uno dei migliori direttori di Raitre e di La7 di sempre. La Rai su molti dei suoi successi ancora ci campa. Lo persi di vista quando entrò alla tele della Cei alla stregua di un monaco che si chiude nella sua celletta, preparandosi ad un digiuno depurativo. Da laico ai limiti dell'eresia, il suo nuovo mondo m'incuteva diffidenza. Ora, all'improvviso, mi sono distratto un attimo e me lo ritrovo nuovo “Prefetto del dicastero per la Comunicazione: il primo laico a entrare in curia con il titolo di prefetto, finora riservato a vescovi e preti”. Cioè é il San Pietro dell'intero sistema editoriale e informativo del Vaticano, un superministro che ogni giorno dialogo col Papa e gli dispensa consigli. Direi una carriera della Madonna, se non fosse sconveniente. Paolo sostituisce il bravo mons. Dario Viganò, col compito di far partire la rivoluzione. Conoscendolo, lo farà benissimo senza che gli altri se ne accorgano...