Roma, 12 mag. - (Adnkronos) - Dopo i due provvedimenti restrittivi che hanno riguardato Paolo Oliverio, al termine degli accertamenti svolti dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Roma ha disposto il sequestro preventivo dei beni nella disponibilità del faccendiere romano, quale presunto reinvestimento delle somme indebitamente sottratte all'Ordine dei Ministri degli Infermi Religiosi Camilliani. L'operazione, ribattezzata con il nome "Codice da Vinci", è l'epilogo delle indagini, coordinate dalla Dda della locale Procura della Repubblica, del Gico di Roma, che avevano portato all'esecuzione, nei confronti dell'uomo, di due ordinanze di custodia cautelare: la prima, a novembre del 2013, per la nomina pilotata di padre Renato Salvatore al vertice dell'ordine religioso e la seconda, a gennaio di quest'anno, in relazione ad un episodio di corruzione di pubblici ufficiali. Oliverio, rispetto ai dieci milioni che mancano all'appello dalle casse dei Camilliani, ha già ammesso di essersi appropriato, ai danni, soprattutto, dell'ospedale di Santa Maria della Pietà di Casoria, di tre milioni di euro, parte dei quali, nella misura di 1,6 milioni di euro, è stata destinata all'acquisto di prestigiosi immobili nella Capitale e in Toscana. I fondi che affluivano nella casse del nosocomio campano, a fronte delle prestazioni eseguite in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, venivano girati su conti correnti accesi presso agenzie di credito della Capitale e, grazie ad un sofisticato sistema, affluivano nelle casse di società riconducibili al "faccendiere". (segue)