Lirica: a Cagliari in scena una Pechino di pietra per 'Turandot' firmata Sciola

domenica 22 giugno 2014
Lirica: a Cagliari in scena una Pechino di pietra per 'Turandot' firmata Sciola
2' di lettura

Roma, 20 giu. (Adnkronos) - Una Pechino di pietra dalle tonalità chiare. L'ha ideata il celebre scultore sardo Pinuccio Sciola, al suo debutto nell'opera lirica con la 'Turandot' di Giacomo Puccini, in scena al Teatro Lirico di Cagliari dal 27 giugno al 16 agosto. Ben 15 repliche per l'ultimo capolavoro del compositore toscano, che la Fondazione lirica cagliaritana mette in scena nell'incompiuta versione originale, senza cioè il tradizionale finale composto da Franco Alfano dopo la morte del maestro. L'allestimento è firmato per la regia da Pier Francesco Maestrini, per le scene da Sciola e sul podio ci sarà il giovane maestro milanese Gianpaolo Bisanti. Protagonisti dell'opera sono giovani ed affermati cantanti che si alternano nelle recite quali Maria Billeri (27 giugno, 5-9-12-16-19-23 luglio, 2-13 agosto)/Annalena Persson (2-26-30 luglio, 6-9-16 agosto) (Turandot), Davide D'Elia (Altoum), Carlo Cigni (27 giugno, 2-30 luglio, 2-6-9-13-16 agosto)/Rafal Siwek (5-9-12-16-19-23-26 luglio) (Timur), Roberto Aronica (27 giugno, 2-9-12-16 luglio)/Francesco Anile (19-26 luglio)/Marcello Giordani (5-23-30 luglio, 2 agosto)/Rudy Park (6-9-13-16 agosto) (Il Principe ignoto, Calaf), Maria Katzarava (27 giugno, 5-12-16-19 luglio, 9-13-16 agosto)/Valentina Farcas (2-9-23-26-30 luglio, 2-6 agosto) (Liù). Il monumentale impianto scenico di Pinuccio Sciola supera l'area tradizionale a lui designata, quella appunto del palcoscenico, per proseguire idealmente negli altri spazi del Teatro, in particolare il piazzale principale ed il foyer di platea, dove sono state collocate due gigantesche riproduzioni, di 12 e 9 metri, di due sue sculture che riconducono alle architetture futuristiche della Pechino pietrificata immaginata dall'artista-scenografo per il capolavoro pucciniano. Ad incorniciare il tutto una serie di segni grafici, realizzati con l'uso di canne, dell'artista di San Sperate che riportano ad atmosfere orientali ed a suggestioni legate agli ideogrammi cinesi.