(Adnkronos) - La scenografia scelta da Emma Dante è quella del palcoscenico 'nudo', con una facciata che rappresenta la città in cui è ambientata l'opera, che non è Monaco ma un quartiere di una simbolica città del sud. In scena la miriade di personaggi dell'opera, "ai quali si aggiungono trenta attori -spiega la regista- che interpretano la 'tribù' di Kunrad". Dante, forte della sua peculiarità di regista teatrale, lavora molto sulla recitazione dei cantanti. "Per me sono delle creature fragili -dice- dei supereroi con alcuni lati deboli: devono vincere una sfida con se stessi che è quella di tirare fuori questa voce più grande di loro, poi devono anche recitare, muoversi in palcoscenico. L'opera lirica -sostiene Dante- è una vera follia perché ci sono tante cose che devono funzionare: le voci dei cantanti, la musica, le scene, i movimenti delle masse. Se ci si pensa è pazzesco, poi quando accade, alle prime prove d'insieme, allora si vive un momento magico in cui varie categorie umane si riuniscono e canto, musica, regia, movimento, luci, costumi, prendono vita. E' molto simile al cinema, dove diverse maestranze lavorano insieme e fanno funzionare tutto". Emma Dante, alla sua terza regia d'opera dopo 'Carmen' di Bizet e 'La muette de Portici' di Auber, finalmente approda nel tempio della lirica della sua città. "Sono felicissima, è un'occasione per fare una cosa importante a Palermo, che si aggiunge alla mia attività al Teatro Biondo (dove è principale artista residente, ndr). In questi giorni sto lavorando moltissimo, tra una prova di 'Feuersnot' al Massimo e un'altra de 'Le sorelle Macaluso', il mio testo che debutta il 22 gennaio al Teatro Mercadante di Napoli e che con la mia compagnia sto mettendo a punto al Biondo. E' un continuo viavai da un teatro all'altro. Per fortuna sono vicini -ride- ma questa attività febbrile di solito mi capitava in altre città, e mi suona strano sentire parlare in palermitano passando da un teatro all'altro...". La regista di 'Carnezzeria' e 'Mpalermu' rimarca la volonta di proseguire lungo la strada della ricerca teatrale, che l'ha sempre caratterizzata. "Adesso sono tornata a Palermo, vediamo come va, ma voglio continuare a rompere le scatole -dice- a fare la mia critica a questa città. Entrare in questi teatri importanti -avverte Dante- non significa piegarsi a delle convenzioni, si può benissimo creare un dialogo con questi templi della musica e della prosa, come il Massimo e il Biondo, che però sia costruttivo, mettersi in relazione con l"agio' che questi teatri danno, a differenza degli scantinati dove ho lavorato fino ad ora. La ricerca però deve continuare, e sempre in maniera migliore. Penso che questi teatri debbano diventare dei luoghi di ricerca, cosa che purtroppo non sono, essendo strutturati come aziende dove la gente timbra il cartellino e va a lavorare sulla base di regole ferree, alle quali ci si adegua. E invece -conclude- non si deve mai perdere il sacro fuoco che caratterizza il nostro lavoro".