Il primo talent show della tv italiana? Non è Amici né Gran Premio, il varietà che Pippo Baudo sostiene sia stato copiato da Maria De Filippi, bensì Bravissima. A rivendicare il primato è Valerio Merola, ideatore di quel programma, andato in onda negli anni Novanta prima in Rai e poi in Mediaset. «Con tutto il rispetto per Baudo, che oltretutto mi ha scoperto perché mi ha prelevato da una tv locale romana per farmi fare Fantastico 5 nell’84, il talent come formula televisiva l’ho inventato io, non c’è dubbio», sostiene Merola, facendo notare che «Gran Premio aveva caratteristiche diverse, era una gara tra artisti», mentre Bravissima è stato «la prima risposta a Miss Italia, perché valorizzava non solo la bellezza ma anche il talento». «Oltretutto il mio non era un talent generico ma puntava a trovare una showgirl completa, che sapesse esibirsi in tutte le discipline, non come i concorrenti di Amici che sanno fare solo i cantanti o i ballerini», prosegue, «le ragazze erano divise in categorie e le vincitrici di ognuna si scontravano poi tra di loro, perché dovevano saper fare tutto». Il format, che ha lanciato Roberta Lanfranchi, Violante Placido e Maria Zaffino, la ballerina professionista a lungo nel cast della trasmissione di Maria De Filippi, è stato venduto praticamente in tutta l’America Latina, dall’Argentina all’Honduras, dalla Colombia al Paraguay, ma è stato un successo soprattutto a Cuba, dove Merola si è trasferito dopo la vicenda giudiziaria del ’96, quando venne accusato, insieme a Sabani e Boncompagni, di aver sedotto delle aspiranti showgirl. «Quella vicenda, pur essendosi conclusa con l’archiviazione del caso prima ancora di arrivare al processo e con il risarcimento, mi ha portato un danno di immagine» ricorda, pur ammettendo anche una certa fortuna con le donne come conseguenza della difesa del suo avvocato, che fu costruita attorno alle grandi dimensioni del suo pene e gli valse il soprannome «Merolone» («non rinnego quel nomignolo, meglio “one” che “ino”» commenta), «ma, soprattutto, mi ha fatto perdere un grande amico come Sabani, perché l’infarto che ha avuto è stato anche una conseguenza della sofferenza che ha patito per quella vicenda inutile, per l’emarginazione di cui è stato vittima subito dopo. Lui non ha avuto il coraggio di lasciare tutto, io ho tagliato i ponti». Per tre anni, dunque, Merola è stato a Cuba, dove ricopriva il ruolo di direttore artistico della tv pubblica. «Prima del mio arrivo venivano trasmessi solo documentari, soap e discorsi di Fidel», racconta, «io ho importato il talk show, un programma musicale e il talent, con la versione cubana di Bravissima che è stata un’apoteosi: si sono presentate 8000 ragazze solo il primo anno, alcune hanno impiegato anche 4 giorni ad arrivare alle selezioni. Castro ha fatto la rivoluzione, ma io ho rivoluzionato la sua tv». Un successo strepitoso, che non ha dimenticato una volta tornato in patria. Tant’è che adesso, a 18 anni dall’ultima edizione italiana, e mentre negli Usa si sta lavorando alla prima edizione che andrà in onda il prossimo anno, sta per riportare il format sui nostri teleschermi. «Avrà come sottotitolo Olimpiadi del talento e non daremo fasce ma medaglie», anticipa, «oltre alle categorie tradizionali - canto, ballo, cinema e tv e moda - avremo anche fitness, che valuta la cura del proprio fisico: l’indice di massa corporea deve essere inferiore a quello indicato dai tecnici, questo vuole essere un messaggio per le ragazze, perché vincerà chi fa sport e segue un’alimentazione giusta». Le selezioni, da giugno ad ottobre, verranno trasmesse in streaming, mentre la finalissima «mi hanno confermato che andrà in onda su un canale della piattaforma Sky». Alla vincitrice, il ruolo di protagonista in un musical. Prodotto da Merola, ovviamente. di Donatella Aragozzini
