La badante del Trota: "C'è Maroni dietro il complotto per far fuori Bossi"

Monica Rizzi, prosciolta dall'accusa di aver fabbricato dossier contro gli avversari politici, vuota il sacco
di Nicoletta Orlandi Postigiovedì 31 gennaio 2013
Monica Rizzi e Renzo Bossi

Monica Rizzi e Renzo Bossi

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Adesso che la sua vicenda giudiziaria è stata archiviata, la badande di Renzo Bossi si toglie i sassolini dalla scarpa. L'ex assessore regionale della Lombardia Monica Rizzi, indagata a Brescia con l'accusa di aver fabbricato dei dossier contro alcuni avversari politici, è stata prosciolta da ogni accusa e adesso ha deciso di raccontare i retroscena della bufera che si è abbattuta sul "cerchio magico" di Umberto Bossi. E in una intervista rilasciata al Fatto quotidiano fa nomi e cognomi. "Le accuse contro di me sono state studiate a tavolino e poi diffuse da giornalisti loro amici", denuncia la Rizzo che venne additata come falsa laureata, cacciata a colpi di ramazza da Maroni dalla Lega e costretta a dimettersi da assessore. La tutor del Trota sostiene che tutto questo venne pianificato dai "barbari sognanti": "Stefania Zambelli, vicesindaco di Salò, Mario Borelli, direttore generale della Asl di Mantova e dal consigliere regionale Ennio Moretti".  I fatti secondo la Rizzo sono andati così: "C'è stato un momento in cui Maroni e i suoi si sono messi a parlare di chi avrebbero voluto e dovuto liberarsi. Ogni colonnello avrà indicato qualcuno: hanno stilato una lista nera nella quale siamo finiti io, Marco Reguzzoni, Rosi Mauro e altri. Guarda caso tutti leghisti a pane e Bossi". Insomma hanno trovato il modo per far fuori il leader storico della Lega. Ma la Rizzi avverte: "Abbandonare la base e cacciare in malo modo decide di militanti che ora sono nemici: così Maroni non va lontano".