Caso Bevilacqua, la compagna: ''Situazione disperata, sono stravolta''

domenica 27 gennaio 2013
Caso Bevilacqua, la compagna: ''Situazione disperata, sono stravolta''
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Roma 26 gen. (Adnkronos) - "La situazione è disperata, sono stravolta". Con la voce rotta e le lunghe pause di chi a stento trattiene il pianto, la compagna di Alberto Bevilacqua, Michela Macaluso, ex attrice con il nome d'arte di Michela Miti, scrittrice e poetessa, riassume così all'Adnkronos le condizioni dello scrittore e la vicenda sanitaria che l'ha spinta a rivolgersi alla magistratura. Per la compagna, secondo quanto riporta il 'Corriere della Sera', i medici tratterrebbero lo scrittore non consentendo il trasferimento in un'altra struttura per ricevere cure specialistiche. Bevilacqua è incosciente e la Macaluso non essendo sposata con lo scrittore non ha la possibilità di decidere per lui. La compagna aggiunge di stare "scrivendo una memoria per i legali che seguono il caso, con tutto quello che è accaduto". "Stiamo facendo una corsa contro il tempo" spiega all'Adnkronos l'avvocato Rosa Maria Zaccaria che, con il padre Giuseppe, assiste legalmente la compagna di Bevilacqua: "Il nostro concreto obiettivo è di salvare la vita di Bevilacqua. E' quanto ci ha chiesto la signora Macaluso. Purtroppo giuridicamente la signora non ha titolo per prendere decisioni sulla sorte di quello che pure e' il suo compagno da oltre 20 anni, i cui parenti conoscono la situazione e non fanno nulla, e che nulla può decidere da solo essendo incosciente". In questo quadro la scelta di ricorrere alla magistratura quale "unico mezzo a disposizione della signora Macaluso", aggiunge il legale. "Il medico di fiducia che ha visitato Bevilacqua ci ha detto che bisogna sbrigarsi, che già ieri era tardi, sottolineando che in questi casi, di infezione multi-resistente, chi ha in cura il paziente deve applicare un protocollo che ne prevede l'assistenza con macchinari specifici e se la struttura non li possiede deve trasferirlo ove sono disponibili. Le strutture più adatte a Roma sono lo Spallanzani e il San Filippo Neri. Nonostante questo il medico della clinica Villa Mafalda non sta agendo in questo senso. E' positivo che la magistratura abbia già acquisito attraverso i Nas la documentazione della Clinica sul caso di Bevilacqua, un passo necessario per decidere. Speriamo che questa decisione arrivi il più presto possibile", conclude Rosa Maria Zaccaria. Replica il direttore sanitario della clinica, Mario Maggio, interpellato dall'Adnkronos Salute. "Ogni medico 'ricoveratore' - spiega - ha la facoltà di decidere come e quando dimettere il paziente che ha in cura. La nostra clinica fornisce i servizi: dal laboratorio di analisi alle sale operatorie. Ma, a meno che non ci sia un provvedimento da parte delle autorità giudiziarie, non siamo noi a decidere sulle dimissioni di un paziente. Lo fa il medico che lo ha in cura, sotto la sua responsabilità. Fra l'altro, occorrerebbe l'assenso del paziente stesso" o di un parente. Inoltre, aggiunge Maggio, "essendo il costo di questa casa di cura economicamente non 'leggero', molti si rifiutano di rimanere perché, ad esempio, non coperti da un'assicurazione. Ma non so se sia questo il caso - conclude - e io non ho nemmeno mai visto Bevilacqua".