Conclave, ecco come è andata

Sul suo nome spuntato per protesta, si sono via via concentrato i cardinali "apolitici"
di Lucia Espositodomenica 17 marzo 2013
Conclave, ecco come è andata
3' di lettura

  di Chris Bonface La sorpresa l’hanno avuta gli stessi cardinali elettori quando sono state aperte le urne della prima votazione. Quello che temevano alla vigilia, dopo i lavori delle congregazioni generali che erano stati assai animati, nel primo scrutinio nessuno dei candidati che la stampa aveva immaginato ha raccolto un numero consistente di voti. Secondo voci attendibili – ma impossibili da accertare vista la segretezza dei conclavi – in prima votazione sarebbero stati addirittura sei i nomi emersi dall’urna. E a sorpresa il più votato di tutti è stato proprio Jorge Mario Bergoglio, l’outsider di cui nessuno aveva parlato. Nessuno dei candidati avrebbe però superato la soglia dei 30 voti, svettando con decisione sugli altri. Il più vicino era appunto Bergoglio, che nessuno aveva previsto. Che cosa era accaduto? Che tra i 115 elettori proprio quelli che non erano organizzati e che non facevano parte delle cordate e non avevano preso parte a nessuna riunione «politica» dopo le dimissioni di Benedetto XVI hanno compito la scelta che a dire il vero risultava più semplice di tutte. Non sapendo chi votare, e avendo più di un dubbio sulle intese carbonare di altri gruppi, hanno scelto nell’urna il candidato che fu più votato nel 2005 piazzandosi alle spalle di Joseph Ratzinger. Una scelta di pura attesa, che dava anche un segno di protesta rispetto a possibili intese tessute all’interno della Curia da gruppi di grandi elettori soliti frequentare Roma, mentre i cardinali che venivano da paesi lontani erano ignari sia di quel che avveniva che dei tormenti che agitavano il conclave che stava per aprirsi.  L’emergere casuale del nome di Bergoglio dalle urne fin dalla prima volta inevitabilmente è diventato un punto di riferimento anche per le votazioni successive. È apparso chiaro subito che l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, aveva assai meno voti di quelli che gli venivano attribuiti dalla stampa (a inizio marzo si diceva 38, il giorno dell’apertura del conclave addirittura 50). In realtà in tutte le votazioni non avrebbe mai superato quota 30, facendo comprendere come non sarebbe stata possibile la sua elezione a Papa. Con Bergoglio punto di riferimento degli indecisi, e così forte, è tramontata subito la scelta di un altro sudamericano come il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo in Brasile che sembrava scelto dalla strana unione Angelo Sodano- Tarcisio Bertone. Già dalla seconda votazione, e in modo sensibile nella terza e nella quarta, i cosiddetti voti “curiali” si sono progressivamente spostati da Scherer a Bergoglio. A quel punto il primate dell’Argentina è diventato il candidato convinto anche del nutrito gruppo di elettori del Nord America, con la scelta decisa sia del cardinale di Boston, il cappuccino Sean Patrick O’Malley che del suo collega di New York, il vulcanico Timothy Dolan. Nonostante tutto sul nome di Bergoglio si arrivava di poco al di sopra dei 50 voti di preferenza, e alle porte a quel punto si rischiava davvero l’impasse. Fra la quarta e la quinta e decisiva votazione c’è stata una pausa tecnica del conclave, quella decisiva in cui i grandi elettori si sono parlati e poi tutti insieme in assemblea prima di mettere il nome prescelto sulla scheda si sono parlati. Serpeggiava da un lato la paura di arrivare in panne al primo stop che il giorno successivo avrebbe imposto il regolamento - e quindi di dare l’immagine di una Chiesa gravemente divisa - e dall’altro lato il desiderio vero di unità del collegio cardinalizio. «Abbiamo bisogno di un Santo», si è detto all’unanimità il conclave, «e chi lo è più di noi?». Risposta: «Bergoglio», venerato in patria come un vero santo vivente, e forse l’ultimo dei grandi all’interno del conclave. Appurato per vie dirette che questa volta non avrebbe rifiutato come accadde nel 2005, nella quinta votazione c’è stato il decisivo plebiscito che ha eletto Francesco I. Con quanti voti? Questo al momento è impossibile da sapere, perché sui numeri le vere indiscrezioni circoleranno solo fra qualche mese. Ma la stima è quella di un vero plebiscito, con voti superiori a quelli che prese Ratzinger nel 2005. Quel che è accaduto in quel momento a dire il vero già non è più segreto, visto che qualche cardinale ne ha rivelato i particolari: «Dio vi perdoni», sono state le prime parole di Papa Francesco. Il resto è già stato raccontato sui profili Twitter di alcuni protagonisti del voto (vedasi articolo Fosca Bincher).