Milano, 9 set. (Adnkronos Salute) - Una nuova 'geografia' per il sistema sanitario regionale, probabilmente con meno Asl, piccoli ospedali 'riconvertiti' che andranno a rinforzare la rete della medicina di territorio, un pugno di ospedali - le strutture piu' moderne - a fare da riferimento in una galassia di altre strutture, gli ospedali di rete. Continua in Regione Lombardia il lavoro preliminare per gettare le basi della futura riforma della sanita' lombarda. Riforma che oggi e' finita sotto i riflettori, davanti alla Giunta riunita per un appuntamento di routine in cui fare il punto sui 'cantieri' aperti da Palazzo Lombardia. La sanita' e' uno dei campi destinato a subire un 'restyling'. Al momento si stanno definendo le linee che verranno seguite per ridisegnare i confini del settore, per esempio quelli che dividono la rete ospedaliera da quella territoriale o le aree di competenza dei vari attori del sistema. Una rivoluzione che passera' dalla guerra ai 'servizi fotocopia'. Gli studi sono gia' partiti: si cercano aree critiche, piu' scoperte, da riequilibrare. E si procedera' solo dati alla mano. Mentre continua invece il 'viaggio' sui binari gia' tracciati: e' attesa entro il 15 settembre, per esempio la panoramica richiesta alle Asl per il riordino delle alte specialita', una ridefinizione che comincera' a modificare la 'fisionomia' del sistema. Dal materiale che gli uffici dell'assessorato stanno raccogliendo per avere un quadro generale della situazione, cominciano a emergere i nodi, le 'rigidita" del sistema su cui concentrare un'eventuale azione: la mancata definizione dei livelli della rete, con conseguente dispersione dell'offerta; la presenza di alcune inappropriatezze nell'accesso al sistema sanitario e sociosanitario e la necessita' di ricomporre questi due 'pilastri' del welfare in un'offerta unica per alcuni ambiti, dalla riabilitazione agli hospice. Altro nervo scoperto e' l'aumento della fragilita' e della cronicita' che, come si ripete da anni, pone nuove sfide per non perdere le redini della sostenibilita' economica. E poi c'e' tutto il capitolo territorio e medici di medicina generale per i quali si riflette sulla possibilita' di superare il rapporto convenzionale nazionale e di renderli parte attiva degli aspetti sociosanitari. (segue)