(Adnkronos) - Sono stati a questo punto rimossi i restauri alterati - dei quali uno particolarmente vistoso al centro della tela, sul manto della Madonna - per procedere alla fase del restauro pittorico. Ultimo intervento e' stato quello dell'allestimento del dipinto, nuovo nella concezione e innovativo nella realizzazione, con la tela non piu' ancorata al telaio, ma sospesa e costantemente controllata nel suo tensionamento attraverso un sistema a molle, regolate da dinamometri. Il progetto e' dell'Opd, cosi' cosi' come quello della teca che contiene il dipinto per preservarlo nelle migliori condizioni, realizzata da Klaus Faller di Bressanone. Il progetto e la realizzazione dell'intervento sono stati curati da Marco Ciatti, Cecilia Frosinini e Roberto Bellucci dell'Opificio delle pietre dure di Firenze con la collaborazione di Lucia Bresci. La splendida piccola tela della Carrara, che dato il soggetto e le dimensioni contenute era con tutta probabilita' un'opera destinata alla devozione privata, e' stata collocata dalla critica in periodi molto diversi dell'attivita' di Mantegna: chi la pone addirittura nel cuore del periodo di Padova (1455 circa), chi all'inizio del periodo mantovano al servizio dei Gonzaga (dal 1460), chi a conclusione della Camera degli Sposi (1465 - 1474), chi a fine carriera dopo il ciclo del Trionfo di Cesare (1480- 1495). Le opere non datate di Mantegna costituiscono infatti per la critica un vero rompicapo dato che, come ben evidenziato dal critico inglese Roger Fry nei suoi studi su Mantegna dei primi del '900, il pittore raggiunse uno stile definito e sicuro a un'eta' straordinariamente precoce e dal punto di vista tecnico affino' i suoi metodi, perfezionandoli all'estremo, senza tuttavia mai cambiarli materialmente. Negli ultimi anni ha raccolto un significativo consenso l'invito a collocare cronologicamente il dipinto tra il 1475 e il 1480, all'apice della stagione mantovana dell'artista.