Scuola in sciopero. La Gelmini minimizza "Manifestazioni politiche"

Cortei in tutta Italia. Ferito funzionario della Digos a Milano. Ma la Cgil tuona: "Avanti così fino a Natale"
di carlotta marianisabato 9 ottobre 2010
Scuola in sciopero. La Gelmini minimizza "Manifestazioni politiche"
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Studenti in piazza. Bologna, Roma, Milano, Perugia, Palermo. Sono 50 le città italiane prese d’assalto da giovani delle scuole superiori e delle università e da movimenti studenteschi, tutti pronti a protestare contro la riforma Gelmini. A loro si uniscono anche Flc-Cgil e Unicobas che scioperano per un’ora. Lezioni a rischio nelle 42mila scuole del territorio nazionale. Nel pomeriggio nota ufficiale del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini: "Sono manifestazioni politiche organizzate da militanti contrari al governo e alle riforme", scrive. Gelmini - Il Ministro ribadisce la necessità dei suoi provvedimenti. In una nota ufficiale, la titolare del Dicastero dell'Istruzione scrive: "Le proteste di oggi sono organizzate da una precisa parte politica. Non sono certo manifestazioni spontanee che uniscono studenti e professori, ma si tratta di manifestazioni politiche organizzate da militanti contrari al governo e alle riforme. La scuola non più proprietà privata della sinistra - conclude la Gelmini - evidentemente a molti dà fastidio che la scuola, finalmente, non sia più proprietà privata della sinistra". Tafferugli – A Milano, un funzionario della Digos  è stato ferito all’occhio destro dopo che un giovane gli ha spruzzato del liquido urticante durante i disordini scoppiati questa mattina all’università statale. Il corteo (20mila studenti per gli organizzatori, 10mila per la questura) era partito da largo Cairoli e davanti al provveditorato aveva iniziato un lancio di uova, rotoli di carta igenica e petardi contro una sagoma del ministro Gelmini vestita da militare. A Torino sono stati lanciati contro la polizia fumogeni e oggetti come bottiglie di vetro. Sei agenti e due manifestanti sono rimasti feriti, non in modo grave. Scena simile a Firenze dove bersaglio del ‘tiro a segno’ è stata la sede della scuola privata degli Scolopi, in via Cavour. Alcuni studenti non hanno approvato il gesto ed è partito qualche pugno e qualche spintone tra i manifestanti. Le forze dell’ordine sono intervenute subito senza conseguenze. Roma – La capitale è il teatro della manifestazione più grande. Il corteo del mondo della scuola è partito da Ostiense ed è arrivato sotto il ministero dell’Istruzione in viale Trastevere dove ha tenuto una grande assemblea pubblica. “La 133, i tagli agli organici e i provvedimenti sul riordino delle scuole superiori – commenta Tito Russo, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti (Uds) – rappresentano il colpo finale al sistema pubblico di istruzione, il mutamento radicale della concezione del valore formativo e la messa in discussione definitiva dell’istruzione laica e pubblica”. Ricercatori – Le università italiane oggi lanceranno la campagna nazionale ‘foto-petizione’ contro la riforma Gelmini. Studenti e ricercatori universitari si fotograferanno con caschetto giallo in testa e metteranno le loro immagini sul sito costruttoridisapere.it. La lettera dei manifestanti spiega che l’obiettivo è “di mostrare i volti delle persone che quotidianamente subiscono gli effetti dei problemi che oggi vive l’università pubblica e che questo ddl inasprirà fortemente”. Ieri 7 ottobre, alla Facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza, durante l’incontro ‘Università: prove di cambiamento’, è stato presentato ‘l’identikit’ del ricercatore italiano: 25.683 persone con una media di 45 anni d’età. L’immissione in ruolo avviene di solito verso i 36 anni. “Lo stipendio di un neo-assunto è di 1.250 euro - dicono dall’ateneo romano - insegnano senza averne l’obbligo formale, e nella maggior parte dei casi senza retribuzione, garantendo la copertura di un terzo degli insegnamenti universitari”. Autunno di protesta - Questa di venerdì 8 ottobre è la prima di una serie di iniziative che fino a inizio novembre coinvolgeranno gli studenti italiani ma non solo. Scenderanno in piazza anche professori, precari, genitori e ricercatori universitari. Il 13 ottobre sciopererà il personale non docente con contratti co.co.co aderente a Felsa-Cisl, Nidil-Cgil e Uil Cpo. Il 15 sarà il turno degli insegnanti, il giorno dopo le associazioni studentesche manifesteranno insieme alla Fiom-Cgil. Il 30 ottobre saranno i precari a scendere in piazza. Si chiude in bellezza il 3 novembre con lo sciopero generale e una manifestazione a Roma, davanti al ministero dell’Istruzione, da parte degli iscritti all’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori (Anief). E la Flc-Cgil alza il tiro della protesta. "Le manifestazioni di oggi sono solo il primo passo: andremo avanti fino a Natale, intrecciando astensione dal lavoro e iniziative di lotta", ha annunciato in una nota il segretario Domenico Pantaleo.