Rivoluzione nella fecondazione in vitro

Attraverso la selezione genetica, possono aumentare i tassi di natalità. Un successo per l'Eshre diretto dall'italiano Luca Gianaroli
di carlotta marianisabato 16 ottobre 2010
Rivoluzione nella fecondazione in vitro
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La notizia doveva essere segreta fino a lunedì  ma ‘l’embargo’ è stato tolto. Sono nati i tre bambini, figli del primo studio di selezione genetica prima della fecondazione in vitro. Due gemelle sono nate in Germania a giugno mentre un maschietto è nato a settembre in Italia. La ricerca è stata realizzata dall’Eshre, la Società europea per la riproduzione umana e l’embriologia. Uno dei centri che hanno partecipato alla sperimentazione è il Sismer di Bologna. “Tutti i neonati e le loro madri stanno bene sia per peso che per sviluppo” ha dichiarato Cristina Magli, embriologa dell’istituto emiliano. L’altro centro è a Bonn, nel nord-ovest della Germania. Le nascite rappresentano l’ultima fase di una ricerca che vuole dimostrare come il controllo degli ovociti e degli embrioni prima della fecondazione in vitro possa aumenta i tassi natalità. “Molti degli embrioni che noi trasferiamo hanno cromosomi anormali” ha spiegato Luca Gianaroli, presidente dell’Eshre. “Per questo in due casi su tre, l’embrione che impiantiamo non porta a una gravidanza”. La dottoressa Magli ha sottolineato che “lo studio ha già attirato molti interessi da parte della comunità scientifica”. Un risultato che rende orgogliosi i ricercatori e l’Eshre perché “è la prima volta che un società simile riesce a portare avanti una ricerca con un valore clinico tale da portare a una rivoluzione della fecondazione in vitro”. Il prossimo passo sarà quello di estendere la sperimentazione a partire dal 2011.