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Costi, inflazione e speculazioni alle stelle: imprenditori e cittadini sempre più in crisi. L'analisi di Andrea Pasini

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di Andrea Pasini

La guerra in Ucraina non tende a cessare. Continuano i bombardamenti e cresce di giorno in giorni il numero delle vittime. Il presidente russo Vladimir Putin manda messaggi all’Occidente e all’Europa e fa seguire alle parole i fatti mettendo in atto oltre alla folle guerra che ha deciso di lanciare contro l’Ucraina anche un’altra offensiva, quella del gas. 
E sì, perché Putin ha deciso di tagliare le forniture di gas ai Paesi che dipendono ancora dagli approvvigionamenti russi, Italia compresa.
Lo spettro dei razionamenti autunnali così si fa strada, anche se sia il governo che l’Eni escludono al momento questo rischio e speriamo abbiano ragione. Il governo italiano e l’Eni sono impegnati da settimane per trovare canali di rifornimento alternativi a quello russo per poter scongiurare una vera e propria crisi del gas, con tutte le ripercussioni economiche e sociali che ne deriverebbero. 

Sugli aiuti militari a Kiev e l’invio di nuove armi si sta consumando invece il dramma politico dei Cinque Stelle, sempre più spaccati al loro interno e usati insieme alla Lega dall’ambasciatore russo Razov per sottolineare la mancanza di unanimità in Italia e in Europa sull’argomento.

Cambiando scenario, l’altra emergenza è quella della siccità, soprattutto al Nord: per l’agricoltura si prospetta lo stato di crisi mentre aumenta il rischio di black-out. Questo è una dei periodi storici più critici della nascita della nostra repubblica. Io, Andrea Pasini, da cittadino, da imprenditore e da appassionato della politica proprio non riesco a capire come facciano i partiti incarnati dai propri leader a non rendersi conto del pericolo così drammatico che sta correndo il nostro Paese, sia a livello economico che sociale. 

Non comprendo come si faccia in questo preciso momento storico a non capire che bisogna lasciare da parte le ideologie e  le battaglie politiche di secondo piano. Sono fermamente convinto che non sia più accettabile continuare a litigare sul nulla, e che sia fondamentale farsi aiutare e supportare da professionisti capaci e autorevoli invece che continuare a sorbirci talk show pieni di politicanti improvvisati. 

Come si può non capire che questo è un momento storico delicato per le sue molteplici criticità e che è necessario mettere da parte il personalismo, i sondaggi e
la ricerca sempre più ossessiva del consenso per mettersi tutti insieme seduti intorno a un tavolo e trovare soluzioni unanimi che aiutino il governo con coesione e unità di intenti a trovare delle strade per poter salvare l’Italia.

Se questo non dovesse accadere, tra non molto e non me lo auguro ci troveremo davanti a rivolte popolari perché le persone si stanno impoverendo sempre di più e le aziende non c’è la fanno più ad andare avanti perché produrre costa di più che vendere i propri prodotti. E la politica perderà ancora più credibilità di quanto già non lo abbia fatto. 

Non credo che ci voglia uno stratega ne un genio per capirlo. Io non sono nessuno, ma ascolto gli umori delle persone, parlo con i miei colleghi imprenditori, ascolto le parole di chi deve garantire la sicurezza e vi posso dire che ci troviamo difronte ad una pentola a pressione pronta a scoppiare se anche questa volta la politica non si assumerà le proprie responsabilità e smetterà di giocare con le vite degli italiani.

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