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Minori, mancano educatori: salta l'unico incontro mensile tra nonni e bimbi in casa famiglia

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Quaranta minuti fermi in macchina senza potere scendere ad abbracciare i nonni, che erano lì fuori ad aspettarli. L'unico incontro mensile saltato per la mancanza degli educatori che avrebbero dovuto essere presenti e invece non c'erano. E' la nuova triste tappa di una vicenda che l'agenzia Dire sta seguendo da tempo: quella di una famiglia che si batte per fare emergere la verità su quanto stanno subendo due bambini, dopo che al padre e alla mamma, protagonisti di una separazione conflittuale con tanto di denunce, è stata tolta la responsabilità genitoriale. Dopo anni vissuti con i nonni, però, i bambini sono stati collocati in una casa famiglia insieme alla madre. E i nonni possono vederli una volta al mese.  Venendo agli ultimi fatti, l'altro giorno "i nonni paterni dei minori si sono recati all'unico appuntamento mensile che gli viene concesso- hanno spiegato- per vedere i nipoti che hanno cresciuto. Alle 16.45 erano puntualmente presenti insieme agli zii, ma l'educatrice della struttura e la suora, non vedendo giungere gli educatori della cooperativa 'Apriti sesamo' incaricati di essere presenti agli incontri, non hanno fatto scendere dalla macchina i bambini". Sono quindi iniziati i tentativi di contatti telefonici. "Per 40 interminabili minuti i bambini sono rimasti chiusi in macchina, fermi, vedendo i nonni, ma non avendo la possibilità di abbracciarli". Alla fine, "la dottoressa Maria Anna Bovolini dei Servizi sociali ha comunicato di non essere al corrente di nulla e che probabilmente si era verificato un errore di comunicazione con gli educatori che avrebbero dovuto essere presenti all'incontro". E' intervenuta sul posto anche una volante della Questura di Roma "allo scopo di appurare che appunto i bambini non sono stati consegnati ai nonni dalla Casa famiglia perché gli educatori della cooperativa, deputati alla sorveglianza dell'incontro, non si sono presentati. 'Errore comunicativo' quanto alla fine è stato sentenziato. Errori gravi che incidono sulla serenità dei bambini, che stavolta sono rimasti a guardare i nonni da dietro il vetro del finestrino di un'automobile senza la possibilità di andare da loro e senza comprenderne il motivo, e poi sono stati di nuovo portati lontano, sperimentando in qualche modo un ennesimo abbandono e lo stress emotivo che ne deriva".  "Non è la prima volta che accade- ha continuato la famiglia- ripetute false positività al Covid dei bambini; precedenti episodi in cui solo l'intervento delle forze dell'ordine hapotuto difendere i diritti dei minori davanti a vari problemi che sono stati presentati più volte per prendere i bambini da parte della famiglia paterna; la scelta non indicata e comunicata da nessuna istituzione di lasciare i bambini agli educatori a 500 metri dalla casa dei nonni; troppe le omissioni sui fatti passati e il menefreghismo nei confronti dei bambini e appunto dei loro nonni. La famiglia è sottoposta a una rigida osservanza del decreto, quello stesso decreto che la madre ha più volte dimostrato di calpestare avallata dal menefreghismo delle istituzioni: il tutto è naturalmente stato denunciato ai Carabinieri e consegnato al Tribunale dei minori". C'è poi, si legge ancora nella nota, "tutto ciò che i bambini hanno in passato riportato di subire nella Casa famiglia, che è stato indagato, accertato, documentato e periziato; per contro gli educatori delle cooperative coordinate dai Servizi sociali commettono continue omissioni anche davanti ai giudici. E' necessario spezzare questa catena, nell'interesse dei bambini che subiscono in maniera diretta o indiretta la situazione".

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